Un dolcetto piace a tutti, non si può negare. E con l'aumento dei casi di obesità e diabete l'utilizzo dei dolcificanti, come aspartame, stevia o saccarina, capaci di apportare all'alimento la dolcezza dello zucchero ma con una ridotta quantità di calorie e senza pesare sulla glicemia, sembrava davvero la soluzione ottimale. Ma le cose non stanno proprio così. Infatti, molti dei dolcificanti comunemente utilizzati nella preparazione di merendine, dolcetti e caramelle hanno mostrato di non essere innocui ma di agire modificando il microbiota intestinale e alterando la glicemia. Questo emerge da una recentissima ricerca scientifica apparsa sulla rivista Cell grazie al lavoro di un team israeliano (Suez et al, Cell, Aug 2022).
Dolcificanti e microbiota, i primi studi
Già nel 2014 gli scienziati guidati dal dottor Elinav avevano osservato che, nei topi, l'assunzione di dolcificanti alterava il microbiota intestinale, che è l'insieme dei batteri che popolano l'intestino e che determinano un buon funzionamento del sistema digerente, ma anche del sistema immunitario, del cervello e dei polmoni. Non solo, i ricercatori avevano anche osservato che questa modifica a livello del microbiota intestinale portava anche ad alterazioni nella risposta glicemica. Quanto emerso è sembrato subito agli scienziati troppo importante per essere ignorato e così, anni dopo, gli stessi ricercatori hanno studiato l'effetto dei dolcificanti sugli esseri umani.
Gli effetti dei dolcificanti sull'uomo
I ricercatori hanno reclutato così 120 persone che, prima dello studio, non avevano mai assunto dolcificanti nella loro alimentazione quotidiana. Per due settimane ai volontari è stato chiesto di integrare nella propria dieta un dolcificante, come aspartame, stevia, saccarina o sucralosio, in quantità di molto inferiori rispetto ai limiti quotidiani raccomandati dalle linee guida. Ebbene, dopo le due settimane tutti i dolcificanti avevano alterato il microbiota intestinale dei volontari. Non solo, due di questi dolcificanti, saccarina e sucralosio, avevano anche alterato la tolleranza al glucosio e aumentato la glicemia. Per confermare ulteriormente il legame tra dolcificanti, modifiche del microbiota e aumento di glicemia gli scienziati hanno trasferito alcuni batteri del microbiota intestinale umano alterati in seguito all'ingestione di dolcificanti nel microbiota dei topi. Ebbene, tutti i topi hanno sviluppato un'alterazione della glicemia.
Conclusioni
Occorre quindi prestare attenzione e non assumere grandi quantità di dolcificanti pensando siano inerti. Infatti, non lo sono. Anzi, i dolcificanti possono alterare la nostra flora batterica, da cui dipende la salute dell'intero organismo, e aumentare la glicemia. Tuttavia, anche lo zucchero va limitato in quanto grandi quantità di questa sostanza sono associate a malattie cardiovascolari, diabete e tumori. E assumere tanto zucchero è molto facile, basta contare i cucchiaini di zucchero aggiunti ai caffè bevuti durante il giorno o a quanto zucchero può essere contenuto in molti alimenti pronti che comperiamo. Possiamo allora iniziare ad abituarci ai sapori genuini, senza coprirli con grandi quantità di zucchero e ricorrere a spezie e frutti che possono conferire dolcezza senza appesantire, come datteri inseriti nell'impasto delle torte, mele per la marmellata o cannella sullo yogurt.