Contro l'ipertensione, anche quella non controllabile dai farmaci, da oggi sappiamo che dalla nostra parte abbiamo una nuova potente alleata, l'amla, o uva spina indiana. Questo emerge da una recente ricerca scientifica pubblicata sulla rivista Evidence-based Complementary and Alternative Medicine da un team iraniano (Ghaffari et al, Evid Based Complement Alternat Med., 2020).
Ipertensione, un problema in crescita
L'ipertensione è uno dei problemi di salute più importanti e diffusi a livello globale. Si stima che, nel 2025, il 60% della popolazione adulta avrà una diagnosi di ipertensione. La pressione eccessivamente alta causa danni al sistema cardiovascolare ma anche problemi alla funzionalità cognitiva oltre che aumentare il rischio di neurodegenerazioni. Ecco perché la scienza è alla continua ricerca di rimedi per tenere sotto controllo la pressione sanguigna, visto anche che, a volte, i farmaci possono non essere sufficienti.
Le proprietà dell'amla
L'amla, o uva spina indiana, nome scientifico Emblica officinalis Gaertn, si caratterizza per frutti simili ad acini d'uva. I frutti dell'amla sono stati già studiati per le loro proprietà cardiotoniche, antiossidanti, antinfiammatorie, vasodilatatrici e utili a contrastare l'arteriosclerosi. Non solo, l'amla possiede anche proprietà anti ipertensive. Ecco quindi che i ricercatori si sono chiesti se l'amla possa essere considerata un rimedio complementare al trattamento dell'ipertensione, anche nei casi più difficili da trattare, in cui la pressione sanguigna rimane sopra i livelli di guardia nonostante l'utilizzo di farmaci.
L'amla contrasta l'ipertensione, lo studio
Gli scienziati hanno reclutato 80 persone, età media 53 anni, tutte con ipertensione incontrollabile nonostante l'uso di farmaci. I volontari sono stati divisi in due gruppi. Al primo gruppo è stato chiesto di assumere, per 8 settimane, un integratore di amla, 500 mg tre volte al giorno dopo i pasti principali. Il secondo gruppo ha assunto invece un placebo. Al termine dell'esperimento è risultato che chi aveva assunto l'amla presentava una significativa riduzione della pressione sanguigna. In particolare, la pressione sanguigna sistolica ha presentato una riduzione tra l'8 e il 24%, mentre la pressione sanguigna diastolica tra il 5 e il 20%. Il gruppo che aveva assunto il placebo invece ha presentato valori di pressione molto variabili al termine dello studio, a volte diminuiti, rimasti uguali o persino aumentati, nonostante la presenza dei farmaci anti ipertensivi. Ecco quindi che l'amla, come concludono gli scienziati autori dello studio, può considerarsi un valido trattamento complementare per trattare anche l'ipertensione più resistente ai medicinali.