Da oggi abbiamo un motivo in più per mangiare broccoli e, più in generale, crucifere. Infatti, il sulforafano, un potente antiossidante contenuto nei vegetali appartenenti a questa famiglia, oltre a essere un antitumorale è anche capace di proteggere il fegato dall'accumulo di grassi e di contrastare l'aumento di peso e di trigliceridi e la resistenza all'insulina. Questo emerge da una recentissima ricerca scientifica apparsa sulla rivista Nutrients (Li et al, Nutrients, Dec 2021).
Cos'è il fegato grasso e i danni che può causare
Quando parliamo di fegato grasso intendiamo una condizione in cui i grassi si accumulano nel fegato. L'infiammazione e lo stress ossidativo complicano questa condizione aprendo la strada, sul lungo periodo, a malattie più severe, come fibrosi epatica, cirrosi e degenerazioni cellulari. Il fegato grasso interessa fino al 46% della popolazione nei paesi occidentali e quindi appare chiaro che ogni rimedio, trattamento o stile di vita capace di contrastare questa condizione è da prendere in grande considerazione. Proprio per comprendere un'eventuale azione protettiva di alcuni vegetali sul fegato, gli scienziati a capo della ricerca di cui parliamo oggi hanno deciso di focalizzare l'attenzione sul sulforafano. Il sulforafano, un antiossidante della famiglia degli isotiocianati, è contenuto nelle crucifere, come broccoli, cavoli, cavolfiori e cavolini di bruxelles, e ha già mostrato, in studi precedenti, un'azione antitumorale. Studi più recenti hanno mostrato anche la capacità del sulforafano di ridurre l'accumulo di grassi nel fegato di animali. Per comprendere un'eventuale azione del sulforafano sul fegato degli esseri umani gli scienziati hanno quindi elaborato una ricerca.
Come il sulforafano delle crucifere protegge il fegato e contrasta l'aumento di peso
Lo studio si è svolto in laboratorio su cellule del fegato umano. Dopo aver indotto un accumulo di grasso a livello di queste cellule epatiche, i ricercatori hanno posto in contatto le cellule con il sulforafano. Quello che è emerso è che il sulforafano, già a piccole dosi, ha saputo contrastare l'accumulo di grassi nelle cellule del fegato, attivando i processi di lipolisi, e cioè di degradazione dei grassi, e prevenendo il deposito di lipidi, e ha protetto le cellule dallo stress ossidativo, una condizione che, come accennato, è indispensabile per un'eventuale progressione del fegato grasso. Quindi, il sulforafano ha mostrato di proteggere anche il fegato umano dalla condizione di fegato grasso. La seconda parte dello studio si è svolta sempre in laboratorio ma su una popolazione di topi. In questo caso il sulforafano ha mostrato di ridurre l'aumento del peso corporeo, i trigliceridi e i valori di ALT, che sono indicatori di un danno al fegato, nonostante una dieta ad alto contenuto di grassi.