Forse un importantissimo tassello al grande e complicato puzzle che rappresenta la lotta contro l'Alzheimer è stato aggiunto. Come testimonia una recentissima ricerca scientifica pubblicata pochi giorni fa sulla rivista Science Advances da un team giapponese, la dieta influenza, nel bene e nel male, la salute del nostro cervello (Sato et al, Science Advances, 2021). Quello che mangiamo o, come vedremo, anche quello che non mangiamo può aprire la strada alla demenza e all'Alzheimer. Al tempo stesso questa scoperta permette anche di capire come intervenire per bloccare la neurodegenerazione, ma vediamo di approfondire questi importantissimi risultati.
Una carenza di proteine apre la strada all'Alzheimer
I ricercatori giapponesi sono partiti dall'osservazione, emersa grazie ad altri studi molto recenti, che l'apporto di proteine è essenziale per mantenere la funzionalità cerebrale all'avanzare dell'età. Purtroppo, molti anziani, per mancanza di appetito o per problemi alla masticazione, seguono un'alimentazione a basso contenuto di proteine. È stato osservato che un ridotto apporto di proteine è associato a un rischio maggiore di deterioramento cognitivo e sviluppo della malattia di Alzheimer. Tuttavia, il meccanismo alla base di questo deterioramento della funzionalità cognitiva non era stato ancora ben compreso. Proprio per far luce su questo aspetto e per comprendere se un'integrazione di amino acidi essenziali, i mattoni con cui vengono costruite le proteine, possa bloccare il processo di neurodegenerazione, gli scienziati giapponesi hanno elaborato lo studio di cui parliamo oggi.
Gli amino acidi essenziali proteggono il cervello
La ricerca è stata svolta sui topi ed è stato osservato che, in caso di dieta a basso contenuto di proteine, si assisteva ad un'accelerazione della neurodegenerazione ma anche a una scarsa connettività tra neuroni. Invece, queste condizioni sono state invertite con l'assunzione di un integratore costituito da 7 amino acidi essenziali, che, come accennato, sono proprio i mattoni con cui vengono costruite le proteine. Questo integratore, in particolare, è stato in grado di inibire la morte neuronale e la neuroinfiammazione, anche se gli accumuli di proteine tau, un segno distintivo dell'Alzheimer, sono rimasti invariati. Questa osservazione però si comprende alla luce delle più recenti scoperte che hanno osservato che per lo sviluppo dell'Alzheimer devono coesistere aggregati di proteine e neuroinfiammazione, spegnendo la neuroinfiammazione viene meno una delle due condizioni necessarie alla progressione dell'Alzheimer. Poi, l'integratore è stato anche in grado di migliorare la connettività neuronale. Infine, l'integratore assunto da persone sane e senza neurodegenerazione ha permesso di migliorare la funzionalità cognitiva. L'integratore è composto dagli aminoacidi leucina, fenilananina, lisina, isoleucina, istidina, valina e triptofano. Questi amino acidi sono contenuti in alcuni cibi, come alcuni alimenti lavorati quali la bresaola e il prosciutto crudo, nel pollo, ma anche in alcuni formaggi come il parmigiano, l'emmental, la robiola e il gruviera, nel tonno, nelle alici, nel salmone, nello sgombro e nel merluzzo, in fave, ceci e piselli, in alcuni cereali come miglio e farro, nella frutta secca come anacardi, pinoli, mandorle, pistacchi, noci, nocciole, semi di zucca e di girasole, nel cacao amaro, nel burro di arachidi, nelle uova e nella soia (Rondanelli et al, Front Nutr, 2020).
Conclusioni
Altri studi seguiranno per verificare l'azione benefica di questo integratore in persone con neurodegenerazione e per comprendere la sua capacità di prevenire la demenza. Al momento, in attesa che la scienza possa fare ulteriori passi avanti su questa strada affascinante e altamente promettente, sicuramente noi possiamo fare molto per la salute del nostro cervello anche a tavola. Garantirsi una dieta sana e varia, che comprenda proteine, come legumi, frutta secca e soia per chi ha scelto un'alimentazione vegana, ma anche pollame, uova e pesce negli altri casi, è sicuramente una buona scelta per la nostra salute futura.