Sentiamo ovunque che è importante mangiare più fibre per portare benefici alla nostra salute. E in effetti le fibre sono indispensabili per il corretto funzionamento intestinale e per garantire salute al sistema cardiovascolare, grazie all'azione di controllo su glicemia e colesterolo. Ebbene, da oggi sappiamo anche che le fibre introdotte con la dieta risultano protettive per il cervello, aiutando a contrastare la demenza. Questo è quanto emerge da una recentissima ricerca pubblicata sulla rivista Nutritional Neuroscience da un team giapponese (Yamagishi et al, Nutritional Neuroscience, 2022).
Le fibre sono neuroprotettive, l'esperimento
I ricercatori hanno raccolto i dati riguardanti le abitudini alimentari di 3739 adulti, di età compresa tra 40 e 64 anni, tra gli anni 1985 e 1999. Queste stesse persone sono quindi state seguite fino al 2020 allo scopo di valutarne la salute e un'eventuale presenza di demenza. Confrontando tra loro i risultati, quello che è emerso è che in coloro che avevano l'abitudine di consumare più fibre il rischio di sviluppare demenza era inferiore. Ma i ricercatori non si sono fermati qui e hanno cercato di capire se ci sia una differenza tra l'azione delle fibre solubili e delle fibre insolubili sulla salute del cervello.
Il ruolo benefico delle fibre solubili
Esistono due tipi di fibre, le fibre solubili, che formano con l'acqua una massa gelatinosa, e le fibre insolubili, che invece hanno la caratteristica di inglobare acqua. Le fibre solubili sono contenute nell'avena e nei legumi e supportano la salute del microbiota intestinale. Le fibre insolubili si trovano nei cereali integrali e nei vegetali e sono importanti per il buon funzionamento dell'intestino. Ebbene, è emerso che le fibre solubili hanno mostrato un maggiore effetto protettivo sul cervello. Il meccanismo è ancora sconosciuto ma si ipotizza che abbia a che fare con il collegamento esistente e molto studiato tra microbiota e salute cerebrale, quello che gli esperti chiamano asse intestino cervello. Le fibre solubili promuovono la proliferazione dei batteri buoni del microbiota intestinale, che a loro volta contrastano le infiammazioni, anche le neuroinfiammazioni, riducendo così il rischio di sviluppare demenza. Infatti, le fibre solubili sono associate alla produzione di butirrato, che è una sostanza antinfiammatoria. Non solo, si ritiene che le fibre agiscano contrastando altri fattori che possono aprire la strada alla neurodegenerazione, come aumento del peso corporeo, della pressione, del colesterolo e del glucosio.
Conclusioni
Il lavoro è ancora agli inizi ma si prefigura molto promettente, permettendo di aggiungere un nuovo tassello a quel puzzle, complesso ma affascinante, che è il collegamento tra dieta e salute. Perché, alla fine, che si parli di prevenzione ai tumori, alle malattie cardiovascolari o all'Alzheimer il risultato è lo stesso, occorre mangiare vario e sano, senza dimenticare di integrare antiossidanti, vitamine, sali minerali e, soprattutto, fibre.