Cosa fa invecchiare il nostro cervello aprendo la strada alle neurodegenerazioni? Ed è possibile contrastare questo fenomeno? Una recentissima ricerca scientifica, pubblicata pochi giorni fa sulla rivista Frontiers in Aging Neuroscience da un team americano della University of South Florida (Razazan et al, Front. Aging Neurosci., 2021), sembra far luce sul meccanismo alla base dello sviluppo delle neurodegenerazioni e propone anche un possibile candidato per contrastarle, una sostanza derivante dal basilico, ma vediamo di approfondire meglio.
Il collegamento tra intestino cervello
Tutto parte, come sempre, dal microbiota intestinale. I batteri buoni del nostro microbiota, infatti, producono particolari sostanze, gli acidi grassi a catena corta, che sono la principale fonte di nutrimento delle cellule del colon. Non solo, una parte di queste sostanze supera la barriera intestinale per entrare nel flusso sanguigno e arrivare così al cervello. Il meccanismo di azione fino ad oggi non era chiaro ma sono emerse evidenze che questi acidi grassi a catena corta sono in grado di influenzare la salute del cervello. Con l'età gli acidi grassi a catena corta si riducono di numero riducendo così la loro funzione neuroprotettiva.
Il meccanismo svelato
Ebbene, i ricercatori americani, attraverso test in laboratorio, sono arrivati a scoprire che questi acidi grassi a catena corta interagiscono con una molecola, il FFAR2. Come osservato nello studio di cui parliamo oggi, FFAR 2 agisce contrastando l'accumulo tossico di proteine beta amiloidi. L'accumulo di queste proteine, insieme alla neuroinfiammazione, rappresenta il carattere distintivo e la miccia che fa esplodere l'Alzheimer.
Il ruolo protettivo del basilico
Ma i ricercatori non si sono accontentati di capire il meccanismo che unisce la salute del microbiota intestinale con quella del cervello. Gli scienziati hanno cercato infatti di comprendere se è possibile trovare un altro candidato capace di mimare l'azione degli acidi grassi a catena corta e sostituirsi a loro quando questi risultano carenti. Questa sostanza è stata trovata ed è il fencolo, un composto contenuto nel basilico e che conferisce a questa piantina il suo inconfondibile aroma.
Conclusioni
Tuttavia, come gli stessi autori dello studio sottolineano, questi risultati non devono portare a ingerire quantità eccessive di basilico. Infatti, la ricerca è appena all'inizio e ancora si deve capire il dosaggio per un'azione ottimale. Certamente però, all'interno di una dieta sana ed equilibrata, può trovare spazio anche il basilico, aggiunto ai sughi o alle insalate.