Contrasta l'infiammazione cronica, malattie cardiache, tumori, diabete e obesità… mangiando! In particolare, davvero benefici, persino più di frutta e verdura, si sono rivelati i cereali integrali che andrebbero sempre inclusi nella propria alimentazione quotidiana. Questo è quanto emerge da una recentissima ricerca scientifica pubblicata sulla rivista JAMA Network Open da un team della Columbia University Mailman School of Public Health, New York (Shivakoti et al, JAMA Netw Open, 2022).
Il problema dell'infiammazione
L'infiammazione è il modo con cui il nostro corpo fa fronte alle minacce esterne, come batteri, virus o tossine. Tuttavia, una volta che il problema è scomparso deve passare anche l'infiammazione. Invece, spesso accade che l'infiammazione rimanga a un grado basso ma sempre costante. Questo può accadere, per esempio, a causa di un'alimentazione poco salutare, per fattori di stress, esposizione all'inquinamento o anche disturbi del sonno. L'età che avanza è anche un fattore di rischio per l'infiammazione cronica. Se l'infiammazione permane sul lungo periodo, aumenta il rischio di malattie cardiache ma anche di tumori, depressione, obesità e diabete. Pertanto, è chiaro che ridurre l'infiammazione è una potente arma contro molte malattie che possono colpirci con l'età che avanza. Ma come ridurre l'infiammazione? Studi precedenti avevano già avuto modo di osservare che le fibre alimentari sono connesse a un livello inferiore di infiammazione. Tuttavia, gli studi a disposizione sono pochi e nessuno ha approfondito il ruolo delle fibre negli anziani. Non solo, nessuna ricerca ha analizzato l'eventuale differenza tra le varie fonti di fibre, come cereali, frutta e verdura.
I cereali riducono l'infiammazione e il rischio cardiovascolare
Per colmare questa lacuna, i ricercatori hanno elaborato lo studio di cui parliamo oggi. Gli scienziati si sono basati sui dati di più di 4000 persone, con più di 65 anni di età, partecipanti a un grande studio, il Cardiovascular Health Study. I volontari sono stati reclutati tra il 1989 e il 1990 e poi seguiti fino al 2015, raccogliendo informazioni sulla dieta e le condizioni di salute. Quello che è emerso è che, come ci si poteva aspettare, un apporto maggiore di alimenti ricchi in fibre è associato a valori più bassi degli indicatori dell'infiammazione. Tuttavia, è anche emerso che le fibre non sono tutte uguali e che i benefici maggiori in termini di riduzione dell'infiammazione si sono osservati con l'apporto di cereali integrali. Frutta e verdura non hanno mostrato di diminuire in modo significativo l'infiammazione. Questo ovviamente non significa che possiamo smettere di mangiare frutta e verdura che, anzi, devono sempre esser presenti tutti i giorni in quanto sono ricche di vitamine, sali minerali e antiossidanti. Lo studio vuole solo affermare che, per quanto riguarda l'infiammazione, i cereali integrali si sono rivelati più efficaci a contrastarla. Non solo, sempre i cereali integrali sono risultati collegati a un rischio inferiore di sviluppare malattie cardiovascolari. Per quanto riguarda questo effetto, la capacità dei cereali di ridurre l'infiammazione spiega solo in parte le proprietà cardioprotettive. Gli scienziati hanno stimato, infatti, solo un 20% di riduzione del rischio cardiovascolare si associa ad una riduzione dell'infiammazione ad opera dei cereali integrali. Quindi, questo significa che i cereali integrali agiscono per la salute del cuore anche con altri meccanismi, non investigati nello studio in questione e probabilmente nemmeno compresi fino in fondo. I cereali integrali sono infatti una sinergia di sostanze che concorrono a proteggere dalle malattie cardiovascolari.
Conclusioni
Quindi lo studio fa emergere l'importanza dei cereali integrali nella dieta sia per proteggere il cuore che per ridurre i livelli di infiammazione, con benefici per l'intero organismo.