Contro il coronavirus ognuno può fare molto, rimanendo a casa il più possibile e uscendo solo per necessità, evitando assembramenti di persone, mantenendo la distanza di almeno un metro tra persone, non toccandosi la faccia con le mani sporche e lavandosi le mani più volte al giorno per un minuto con acqua e sapone e completando con una soluzione che contenga almeno il 60% di alcool. Nel frattempo la comunità scientifica è al lavoro per avere sempre più informazioni sul nuovo coronavirus. Le notizie si susseguono e spesso possono venire alterate. Ecco perché in questi momenti è importante far riferimento solo agli organi ufficiali. Negli ultimi giorni si sono diffuse due notizie, una riguardante il ruolo della vitamina C e una riguardante il ruolo dell’ibuprofene. Vediamo di capire.
Coronavirus e vitamina C
Si è diffusa la notizia che assumere grandi quantità di vitamina C prevenga il contagio o curi il coronavirus se si è già stati infettati. Questo è falso. In campo, in questo caso, scende persino l’università di Harvard Medical school che indica proprio questa notizia come falsa. Non c’è nessuna evidenza scientifica che la vitamina C prevenga o curi il coronavirus. Ad oggi, l’unico modo per prevenire il contagio è, come detto, stare a casa il più possibile, evitare di toccare il viso con le mani sporche, lavarsi le mani spesso con acqua e sapone ed eventualmente usare una soluzione disinfettante, mantenere la distanza di almeno un metro, meglio se due, dalle persone. Questo non significa che la vitamina C non faccia bene, anzi, ha infatti un ruolo essenziale nella produzione di ormoni, nella sintesi del collagene e certamente anche nel supportare il sistema immunitario (Kim et al, Immune Netw, 2013) ma deve rientrare all’interno di una dieta varia e bilanciata. Abusare di integratori senza una reale necessità potrebbe infatti causare un eccesso di vitamina C con conseguenze su reni e stomaco (Sukara et al, Am J Kidney Dis, 2015).
Coronavirus e ibuprofene
Sta rimbalzando sul web la notizia che assumere ibuprofene, il principio attivo di molti farmaci anti infiammatori, possa peggiorare i sintomi del coronavirus, qualora sia avvenuto il contagio. Come vedremo, non c’è evidenza che questo sia vero. Tutto è partito da uno studio pubblicato pochi giorni fa su The Lancet (Fang et al, 2020) in cui veniva osservato che chi, tra le persone infettate dal nuovo coronavirus, aveva diabete o ipertensione poteva presentare complicanze. Gli autori dello studio osservavano anche che sia diabete che ipertensione vengono trattati con farmaci ACE inibitori e ARBs. Questi farmaci aumentano la produzione nel corpo di enzimi ACE2. Questi enzimi vengono anche usati dal virus per attaccarsi alle cellule target. Questi enzimi vengono aumentati anche da sostanze come l’ibuprofene. Quanto osservato però non stabilisce un diretto e chiaro collegamento né tra ibuprofene e peggioramento dei sintomi del coronavirus né tra farmaci per diabete e ipertensione e sintomi del coronavirus. Chiaramente, come sottolineato anche dall’EMA, l’agenzia europea dei medicinali, studi seguiranno a breve per capire eventuali effetti. Ma quello che è importante sottolineare è che per nessuna ragione bisogna sospendere la terapia prescritta dal medico in caso di diabete 1 o 2 o ipertensione in quanto questo causerebbe importanti effetti che metterebbero a rischio la salute. Per quanto riguarda invece l’assunzione di ibuprofene nelle terapie fai da te e in presenza di sintomi riconducibili al coronavirus l’OMS dichiara che non ci sono controindicazioni. Tuttavia, l’argomento è dibattuto, con alcune personalità del mondo della scienza e della politica, come il dott. Francesco Broccolo, virologo e docente universitario, o il ministro della salute francese, che consigliano di preferire il paracetamolo. In ogni caso, in attesa che la scienza faccia il suo corso, il medico di base è la persona di riferimento con cui concordare la terapia adeguata.
Di nuovo, il coronavirus non si contrastata smettendo di assumere farmaci importanti per la salute e prescritti dal medico ma evitando assembramenti di persone, mantenendo la distanza di sicurezza tra persone, lavandosi spesso le mani con acqua e sapone e usando soluzioni disinfettanti che contengano almeno il 60% di alcool sia sulle mani che sulle superfici come maniglie delle porte, interruttori della luce, tavoli.