L’emergenza coronavirus ha reso necessario schierare in campo tutte le forze possibili nella ricerca di un vaccino e di una cura. Se per il vaccino i tempi sono lunghi, si parla di un anno, attualmente sono in corso diverse sperimentazioni con possibili farmaci per curare i pazienti già infettati dal Covid-19. Insieme a medicinali usati per trattare l’ebola, l’artrite reumatoide e l’HIV è notizia di qualche giorno fa che si è aggiunto un nuovo farmaco antinfluenzale che viene dal Giappone e la cui sperimentazione è appena stata approvata in Italia.
È stato condotto, infatti, uno studio (Chen et al) da parte di un team di scienziati cinesi di Wuhan che sembra essere interessante. Tuttavia, va anticipato che lo studio deve essere ancora valutato da una commissione di esperti che deciderà se poi potrà essere pubblicato su una rivista del settore. Normalmente sarebbe quindi da attendere questo percorso ma, dal momento che si tratta di una situazione di emergenza, lo studio è stato messo a disposizione di tutti e i governi lo stanno usando come base per valutare i possibili trattamenti, cerchiamo quindi di capire meglio. La ricerca riguarda gli effetti di un farmaco antinfluenzale usato in Giappone, il favipiravir o meglio noto con il nome commerciale di avigan. In base a questa ricerca, l’assunzione di favipiravir su pazienti con coronavirus, che però non presentavano sintomi gravi e che avevano contratto il virus da non più di 7 giorni, ha dimostrato un’azione più efficace rispetto ad altri farmaci antivirali quali la combinazione lopinavir/ritonavir, farmaci usati per il trattamento dell’infezione da HIV. In particolare, è stato osservato che nei pazienti che avevano preso il favipiravir il virus si è risolto prima, riducendo l’incidenza di febbre e tosse, non solo, radiografie del torace hanno evidenziato anche meno danni. È proprio alla luce di questi risultati che l’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco, ha dato il via libera alla sperimentazione del farmaco avigan per valutarne efficacia e sicurezza. Verrà fornito a breve un programma di sperimentazione agli ospedali che vi aderiranno. Tuttavia, è bene essere sempre realisti e considerare che si tratta di risultati preliminari, come indicato dalla stessa Aifa, e che si potrà avere un’idea più chiara degli effetti di questo medicinale solo fra qualche settimana. Intanto però, questi sono sicuramente risultati incoraggianti e fanno ben sperare.