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Coronavirus, sopravvive in frigorifero?

Coronavirus, sopravvive in frigorifero?

aprile 09, 2020
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Contro il nuovo coronavirus dobbiamo mettere in campo misure rigide come il distanziamento sociale e alcune regole igieniche come lavarsi spesso le mani con acqua e sapone per un minuto, non toccarsi il viso con le mani sporche e usare un disinfettante su mani e superfici che contenga almeno il 60% di alcool. Studi scientifici hanno osservato che il virus sopravvive fuori dal corpo sulle superfici anche per qualche giorno. Ecco quindi che una domanda che è stata fatta agli scienziati è se il virus, una volta contaminata una confezione alimentare, possa resistere in frigorifero.

Coronavirus e frigorifero, c’è un rischio?

È possibile che il virus sopravviva in frigorifero ma con una carica virale che decade velocemente. Ad affermarlo è un virologo del Gladstone Institutes di San Francisco, Warner Greene sulla base di uno studio pubblicato nel 2010 da parte di un team americano (Casanova et al, Applied and Environmental Microbiology, 2010). Nello studio in questione i ricercatori hanno analizzato il comportamento del virus della SARS osservando che riusciva a sopravvivere fino a 28 giorni in condizioni di temperatura inferiori a 4°C e con bassi livelli di umidità, l’ambiente che si trova in frigorifero. Due critiche si possono avanzare alla conclusione del dr Greene. La prima è che lo studio in esame ha analizzato il comportamento del virus SARS, che, anche se appartiene allo stesso ceppo del nuovo coronavirus, mostra alcune differenze. È plausibile supporre che anche il nuovo coronavirus possa resistere a basse temperature e bassa umidità ma non c’è certezza. La seconda è che sarebbe da analizzare la carica virale, cioè, quanto a lungo il nuovo coronavirus rimarrebbe una minaccia? In ogni caso, proprio dal momento che non esistono ancora certezze, è bene considerare che il virus possa essere presente in frigorifero. E quindi, cosa si deve fare?

Coronavirus, occorre disinfettare le buste degli alimenti?

Il dr Greene consiglia, alla luce delle osservazioni precedenti, di disinfettare con una soluzione di acqua e alcool almeno al 60% le confezioni degli alimenti prima di riporle in frigorifero. E questo può essere sicuramente un valido approccio. Non tutti gli scienziati sono però d’accordo con quanto affermato dal dr Greene. Infatti, come sottolineato dal dottor Pregliasco, virologo dell’Università di Milano, la presenza del virus da sola non basta per il contagio. Perché questo avvenga occorre portarsi le mani infette a occhi, naso e bocca. In più, una confezione di cibo si contamina solo se una persona ci ha tossito o starnutito vicino, quindi è un caso particolare. Pertanto, Pregliasco sconsiglia di disinfettare ogni confezione alimentare ma di lavarsi spesso le mani. Noi aggiungiamo che sicuramente in questo periodo c’è molta confusione, dal momento che, come in questo caso, i pareri all’interno della stessa comunità scientifica sono discordanti. Quindi, in attesa che si faccia chiarezza, secondo noi, è bene usare ogni accorgimento possibile e in ogni caso mai dimenticarsi di lavarsi bene le mani con acqua e sapone e/o usare un disinfettante a base di alcool sia prima di riporre la spesa che dopo e ogni volta che si manipola una confezione alimentare.

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