Portare a bollore l'acqua, aggiungere il sale e gettare la pasta, un'azione che compiamo tutti diverse volte a settimana. Ma occorre prestare attenzione e prendere qualche accorgimento, altrimenti il rischio è far sviluppare delle sostanze tossiche e cancerogene che finirebbero poi nel piatto e da lì nel nostro corpo. Vediamo di capire meglio di quali sostanze si tratta e cosa possiamo fare noi per prevenire la formazione di questi composti, in base ai risultati e ai consigli forniti dal team di scienziati americani della University of South Carolina e pubblicati sulla rivista ACS' Environmental Science & Technology (Dong et al, Environ. Sci. Technol., Feb 2023).
Farina di grano, cloro e sale iodato, una combinazione rischiosa
L'acqua che beviamo viene in genere trattata con disinfettanti per eliminare i microrganismi patogeni. Il cloro è una delle sostanze più comunemente usate. Il cloro può interagire con altre sostanze presenti nell'acqua e formare sottoprodotti, come le clorammine, anche loro sostanze dall'azione disinfettante. Il problema è che studi teorici svolti in precedenza avevano già messo in guardia circa la possibile formazione di sostanze tossiche derivanti dalle reazioni innescate quando la farina di grano viene cotta in acqua che contiene residui di clorammine e iodio. Insomma, quello che potrebbe accadere quando si cuoce la pasta in acqua salata con sale iodato. E il sale iodato viene utilizzato comunemente dal momento che viene consigliato per contrastare la carenza di iodio. Tuttavia, quanto affermato era fino ad ora solo uno studio teorico. Gli scienziati americani della University of South Carolina hanno provato ad analizzare cosa accade quando realmente si fa cuocere la pasta in acqua del rubinetto e con sale iodato.
I risultati dello studio
Gli scienziati hanno provato a cuocere la pasta, formato maccheroni, in acqua di rubinetto contenente clorammine e a cui era stato aggiunto precedentemente sale iodato. I ricercatori hanno seguito le indicazioni di cottura riportate sulla confezione della pasta. Poi, sia la pasta che l'acqua di cottura sono state analizzate e quello che è emerso è che entrambe contenevano trialometani, che sono sostanze tossiche e cancerogene. Quindi, i ricercatori sono riusciti a provare quella che prima era solo un'ipotesi teorica e cioè che la cottura della pasta in acqua del rubinetto e con sale iodato può favorire la comparsa di sostanze pericolose per la salute.
I consigli degli scienziati per evitare la formazione di sostanze tossiche
Gli scienziati hanno provato a modificare le condizioni di cottura, misurando poi i livelli di trialometani sia nella pasta che nell'acqua di cottura. Quello che è emerso è che ci sono quattro modi per ridurre la formazione delle sostanze tossiche. Per prima cosa, una buona scelta è quella di cuocere la pasta senza il coperchio, in modo da far evaporare il cloro e le clorammine e prevenire così la formazione di trialometani. Un altro consiglio è quello di scolare bene la pasta, in modo che perda queste sostanze. Infine, un altro modo per evitare la formazione di queste sostanze è quello di usare sale che non contenga iodio quando si tratta di cuocere la pasta. Sali di questo tipo sono il sale rosa dell'Himalaya e il sale Kosher.
Conclusioni
La pasta è uno degli alimenti più amati. Che sia condita con sugo di pomodoro, verdure, pesce, carne o spezie, la pasta apporta energia, nutre e migliora l'umore. Oggi abbiamo visto che occorre prestare attenzione alla fase di cottura della pasta dal momento che, in alcune condizioni, come quando si usa acqua di rubinetto contenente cloro e sale iodato, questo processo può portare alla formazione di composti dannosi per la salute che poi verranno ingeriti. Per fortuna, esistono alcuni accorgimenti che possono evitarlo, come cambiare tipo di sale e sceglierne uno che non contenga iodio, come il sale rosa dell'Himalaya o il sale Kosher, o cuocere a coperchio aperto facendo evaporare il cloro e scolare bene la pasta. Piccoli consigli ma dai grandi benefici che rendono la pasta un piatto sempre squisito e sicuro.