Tutto è nato dall’osservazione che la popolazione dell’India che fa uso abitualmente di curcuma mostra una minore incidenza di malattie degenerative come l’Alzheimer e migliori performance cognitive negli anziani. La scienza ha iniziato così a studiare questa spezia e i risultati delle ricerche hanno evidenziato una potente azione antinfiammatoria e antiossidante. Ed è di pochi mesi fa uno studio scientifico, condotto dall’Università della California di Los Angeles (Small et al, Am J Geriatr Psychiatry, Mar 2018), che è stato in grado di osservare l’azione della curcumina, il principio attivo della curcuma, direttamente sul cervello migliorando la memoria, l’attenzione e anche l’umore!
Gli scienziati hanno reclutato 40 volontari di età compresa tra i 50 e gli 85 anni e in buona salute sottoponendoli, prima di dare avvio alla ricerca, a test di memoria ed esami specifici per valutare lo stato di salute del cervello. I partecipanti allo studio sono quindi stati divisi in due gruppi, al primo gruppo è stato somministrato per 18 mesi un integratore con 90 mg di curcumina due volte al giorno, al secondo gruppo invece è stato dato un placebo. Trascorsi i 18 mesi, le persone sono state sottoposte nuovamente a test ed esami. Quello che è emerso è che coloro che avevano assunto la curcumina presentavano un miglioramento del 28% nella memoria e nell’attenzione rispetto a quanto registrato all’inizio dello studio, il gruppo che invece aveva assunto il placebo non presentava nessuna variazione. In più, i partecipanti allo studio che avevano assunto la curcumina registravano un miglioramento dell’umore e presentavano livelli inferiori di proteine tau e amiloidi, collegate al rischio di sviluppare l’Alzheimer, rispetto a chi invece aveva assunto il placebo. E quello che è interessante è che questi livelli inferiori di proteine sono stati osservati nell’ipotalamo e nell’amigdala, che sono regioni del cervello che controllano diverse funzioni dalla memoria alle emozioni.
Altri studi seguiranno per estendere la ricerca a campioni più vasti di popolazione ma di certo quanto osservato fino a qui è un grande risultato, davvero promettente. Lo studio si è servito di un integratore con una forma di curcumina altamente disponibile e assimilabile. Il problema infatti della curcuma che viene assunta come alimento è che la curcumina non riesce a superare la barriera dello stomaco. Per questo, per aumentarne la disponibilità, la curcuma va assunta con olio evo e una macinata di pepe nero.