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Dal rosmarino un aiuto contro Alzheimer, Parkinson, COVID 19 e Long Covid

Dal rosmarino un aiuto contro Alzheimer, Parkinson, COVID 19 e Long Covid

aprile 14, 2022
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Dall'aroma intenso e avvolgente, il rosmarino è un ingrediente che non può mancare nella preparazione di patate, zuppe, salse e pane. Il suo olio essenziale ha mostrato di migliorare la concentrazione e di stimolare la crescita dei capelli. Da oggi, sappiamo che gli antiossidanti contenuti nel rosmarino sono anche neuroprotettivi e antinfiammatori, utili a contrastare malattie degenerative come Alzheimer e Parkinson ed anche le conseguenze che il COVID 19 può portare con sé in quella condizione che ha preso il nome di Long Covid. Questo emerge da una recentissima ricerca che è stata pubblicata sulla rivista Antioxidants da parte di un team californiano e giapponese (Satoh et al, Antioxidants, 2022).

Il problema dell'infiammazione

Alzheimer, Parkinson, sintomi acuti del COVID 19 a livello polmonare e sintomi cronici nella fase post malattia, in quella condizione chiamata Long Covid che causa annebbiamento mentale, depressione e ansia, hanno una caratteristica in comune. In particolare, sono provocati da un processo infiammatorio. Nelle malattie neurodegenerative è l'infiammazione cerebrale con la concomitante presenza di accumuli di placche beta amiloidi a rappresentare la miccia per lo sviluppo e per la progressione delle degenerazioni. Nell'infezione in fase acuta causata dal nuovo coronavirus i danni più severi si registrano a causa della tempesta citochinica rilasciata in seguito a un'infiammazione incontrollata. Ed è sempre il rilascio di sostanze pro infiammatorie dopo la guarigione dall'infezione a causare problemi neurologici. Maggiore è il rilascio di sostanze pro infiammatorie e più grandi saranno questi effetti.

I principi attivi del rosmarino

Il rosmarino presenta due gruppi di sostanze potenzialmente attive. Il primo gruppo è dato dagli oli essenziali, che evaporano per produrre i caratteristici gusto e aroma del rosmarino. L'altro gruppo è rappresentato dai composti fenolici dalle proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, quali acido carnosico e carnosolo.

Il potere dell'acido carnosico del rosmarino

L'acido carnosico del rosmarino ha mostrato di agire contrastando lo stress ossidativo e le infiammazioni, riuscendo persino a superare la barriera tra sangue e cervello e portando beneficio al cervello con la sua azione neuroprotettiva. Lo studio di cui parliamo oggi si è proprio prefissato lo scopo di comprendere questa azione in dettaglio.

Rosmarino e neurodegenerazioni

Per quanto riguarda le neurodegenerazioni, l'acido carnosico ha mostrato di ridurre l'infiammazione a livello cerebrale, inibendo l'attivazione delle cellule microgliali. Queste cellule rappresentano la prima e principale linea di difesa immunitaria nel sistema nervoso centrale e, una volta attivate, rilasciano sostanze pro infiammatorie. Di per sé questo processo è fisiologico e pensato per essere protettivo. Tuttavia, in caso di malattie come l'Alzheimer, sono le stesse cellule microgliali a dare un contributo decisivo alla perdita di neuroni, tipica di questa malattia, attraverso il rilascio di sostanze infiammatorie. Quindi l'acido carnosico ha saputo mostrare un'azione neuroprotettiva. Non solo, l'acido carnosico è anche associato ad un aumento degli indicatori relativi alla formazione di sinapsi, e cioè collegamenti, tra neuroni.

Rosmarino, COVID 19 e Long Covid

L'acido carnosico ha mostrato di portare benefici anche in caso di infezione da COVID 19 in più modi. In primo luogo, l'acido carnosico ostacola l'ingresso del virus nel corpo legandosi al recettore con cui la proteina spike del virus si lega alle cellule umane. Poi, l'acido carnosico è in grado di sottoregolare il rilascio delle citochine infiammatorie. Un eccessivo rilascio di queste sostanze potrebbe provocare quella che viene chiamata la sindrome da distress acuto respiratorio, che è un tipo di insufficienza respiratoria caratterizzante l'infezione acuta da nuovo coronavirus. Non solo, un eccessivo rilascio di citochine infiammatorie con un'attivazione delle cellule microgliali e un aumento della neuroinfiammazione è connesso al long covid. Pertanto, inibendo l'infiammazione, l'acido carnosico emerge come promettente alleato anche contro gli effetti sul lungo termine del covid 19.

Conclusioni

Ecco quindi che il rosmarino può diventare un ingrediente potente e benefico all'interno di una dieta sana e varia. L'assunzione di rosmarino attraverso la dieta è salutare e permette all'alimento di agire giorno per giorno contrastando le infiammazioni. Per un'azione più forte esistono gli integratori, che però vanno evitati nei bambini, nelle donne in gravidanza e che allattano e in chi soffre di epilessia.

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