Noi siamo quello che mangiamo e questa affermazione è stata dimostrata da innumerevoli studi scientifici. Ma in che misura e in quanto tempo una dieta ad alto contenuto di cibi raffinati e ricchi di grassi e zuccheri può causare dei danni alla nostra salute? Un mese sembra essere sufficiente per una dieta di questo tipo per indurre neuroinfiammazione e ridurre persino la memoria in soggetti anziani e predisposti. Questo è quanto emerge da una recentissima ricerca scientifica apparsa sulla rivista Brain, Behavior and Immunity da parte di un team della Ohio State University (Butler et al, Brain, Behavior and Immunity, 2021).
Alimenti lavorati, croce e delizia
Pizze pronte e surgelate, pasta o zuppe in scatola, così saporite e arricchite con grassi e zuccheri per renderle ancora più appetitose, carboidrati raffinati e dolci. Insomma, la varietà degli alimenti lavorati è davvero vasta per venire incontro a tutte le esigenze. Purtroppo, la velocità di preparazione e il gusto ricco hanno un contraltare, e cioè un effetto non certo benefico sulla salute. Proprio per comprendere cosa succede a livello cerebrale in seguito a una dieta ricca di alimenti lavorati i ricercatori americani della Ohio State University hanno elaborato lo studio di cui parliamo oggi.
I cibi raffinati aumentano la neuroinfiammazione
La ricerca si è svolta in laboratorio su una popolazione di ratti di tutte le età. Dopo un mese di una dieta ad alto contenuto di cibi raffinati, zuccheri e grassi tutti gli animali presentavano un aumento di peso. Non solo, nei ratti più anziani era anche aumentata la neuroinfiammazione con evidenti segni di perdita di memoria. Oggi sappiamo che la neuroinfiammazione è l'anticamera dell'Alzheimer. Pertanto, i risultati dello studio parlano chiaro. Una dieta non salutare e basata prevalentemente su alimenti altamente lavorati, come è la dieta di tipo Occidentale, ha conseguenze sulla salute del cervello persino sul breve termine, aumentando l'infiammazione e peggiorando la funzionalità cognitiva.
L'effetto benefico degli acidi grassi omega 3
Ma non è finita qui. I ricercatori hanno potuto notare, infatti, che questi effetti dannosi a livello cerebrale indotti dalla dieta ad alto contenuto di alimenti lavorati potevano essere annullati integrando l'alimentazione con acidi grassi omega 3 del tipo DHA. DHA si trova principalmente nel pesce come salmone, sgombro, alici, tonno e aringhe, in alcuni alimenti fortificati come latte e yogurt e negli integratori, come le perle di olio di krill.
Conclusioni e avvertenze
Attenzione però. Come sottolineano anche gli stessi autori dello studio, non deve prevalere l'idea che è possibile seguire una dieta poco varia e ricca di zuccheri, grassi e carboidrati raffinati a patto di aggiungere integratori di DHA. Infatti, una dieta di questo tipo apre la strada, sul lungo periodo, a diverse malattie come diabete tipo 2, obesità e problemi cardiovascolari. Oltre al fatto che non è noto, per gli essere umani, il dosaggio a cui assumere DHA per annullare gli effetti dannosi della dieta pro infiammatoria.