Una stanza ben illuminata è allegra e accogliente ma c’è di più, presenta anche meno batteri, che normalmente vivono e proliferano nella polvere. Questo è il risultato a cui è arrivato un team di scienziati dell’Università dell’Oregon guidati dal dr Fahimipour. La ricerca è consultabile online, in lingua inglese, sulla rivista open access Microbiome (Fahimipour et al, Microbiome, 2018, 6-1).
Gli scienziati hanno ricreato 11 stanze in miniatura, capaci di rispecchiare in ogni caratteristica, dalla temperatura, all’illuminazione fino all’umidità, le condizioni di una stanza reale. Ai vetri sono stati applicati tre filtri che permettevano di trasmettere, rispettivamente, luce visibile, luce ultravioletta e nessun tipo di luce. Questi ambienti sono stati esposti per 90 giorni a polvere raccolta in alcune case reali dell’Oregon. Al termine sono stati analizzati campioni di polvere per studiare i batteri che erano riusciti a sopravvivere e quello che si è osservato è che nelle stanze lasciate al buio la polvere conteneva il doppio di batteri vivi e capaci di riprodursi rispetto alle stanze esposte alla luce, in particolare, la polvere delle stanze buie presentava una percentuale del 12% di batteri vitali rispetto a 6,8 % della luce visibile e 6,1 % della luce ultravioletta. Non solo, la polvere delle stanze buie presentava organismi connessi a malattie respiratorie, che invece erano praticamente assenti nella polvere esposta alla luce. Altri studi seguiranno per comprendere a fondo il meccanismo con cui la luce riesce a rimuovere la maggior parte dei batteri, ma di certo questa ricerca apre la strada a interessanti applicazioni per garantire una maggior igiene e salute negli edifici chiusi, dalle scuole, agli uffici, ma anche case, dove noi trascorriamo la maggior parte del nostro tempo.