Quello che mangiamo può causare reazioni allergiche sulla pelle, questo fatto è noto, basti pensare alle fragole o alla cioccolata nelle persone predisposte. Ma la dieta può anche aiutare a fortificare la barriera cutanea e trattare o prevenire le allergie cutanee, come le dermatiti atopiche scatenate dagli acari della polvere. Questo emerge da una recente ricerca scientifica pubblicata sulla rivista Mucosal Immunology da parte di un team svizzero del Lausanne University Hospital in collaborazione con un gruppo di scienziati australiani (Trompette et al, Mucosal Immunology, 2022).
Tutto parte dal microbiota
Grazie a studi precedenti sappiamo che dalla salute del microbiota intestinale dipende la salute dei polmoni, del cervello e del cuore. Ma esiste anche un altro collegamento, anche se meno studiato. Dai batteri che popolano il nostro intestino, infatti, dipende anche la salute della nostra pelle. È proprio questo aspetto che gli scienziati della ricerca di cui parliamo oggi hanno voluto approfondire, per comprendere se quello che mangiamo può aiutarci a prevenire o trattare le allergie cutanee come la dermatite atopica.
Una dieta ricca di fibre contrasta la dermatite
Gli scienziati hanno elaborato una ricerca che è stata condotta in laboratorio su una popolazione di topi. Questi topi sono stati nutriti seguendo una dieta ad alto contenuto di fibre, capace di supportare il microbiota e favorire quei batteri preposti alla produzione di acidi grassi a catena corta come il butirrato, che ha un'azione antinfiammatoria. Poi, i topi sono stati esposti ad allergeni come gli acari della polvere. Gli acari della polvere penetrano facilmente la barriera cutanea, dove attivano il sistema immunitario causando una reazione allergica a livello cutaneo. Ebbene, i topi nutriti con una dieta ad alto contenuto in fibre presentavano un'elevata protezione contro le allergie cutanee. A questo punto gli scienziati hanno provato a somministrare ai topi direttamente butirrato, segnato con isotopi in modo da poterlo seguire all'interno del corpo. In questo modo è stato possibile comprendere il processo protettivo innescato dal microbiota. Il butirrato, infatti, in pochi minuti arriva alla pelle dove aumenta il metabolismo dei cheratinociti, che sono cellule dell'epidermide, stimolando la loro maturazione e la produzione di componenti per supportare una sana barriera cutanea protettiva.
Conclusioni
Questo studio apre le porte a futuri trattamenti, anche topici, per la dermatite atopica a base di butirrato. Al momento, è sicuramente molto utile, per contrastare ogni forma di allergia cutanea, prendersi cura del microbiota cercando di favorire i batteri buoni produttori di butirrato. Questo è possibile assumendo fibre, come ad esempio gli amidi resistenti, un tipo di fibra dalla potente azione prebiotica che nutre i batteri buoni. Queste fibre si trovano nell'avena, nell'orzo, nei legumi, nei piselli, nei carboidrati come pasta o riso cotti e poi raffreddati, come accade nelle insalate di pasta o riso.