Addentare un dolcetto, che sazi la nostra voglia di dolce e che al contempo non ci carichi di calorie. Questo è il sogno di tutti, un sogno che è stato anche possibile realizzare grazie alla sostituzione dello zucchero con dolcificanti artificiali. Il problema è che questi dolcificanti aumentano il rischio di sviluppare degenerazioni cellulari e quindi tumori, come emerge da una recentissima ricerca scientifica pubblicata su PLOS Medicine da un team francese del French National Institute for Health and Medical Research (Inserm) e della Sorbonne Paris Nord University (Debras et al, PLOS Medicine, 2022).
Troppo zucchero fa male, ma cosa si dice dei dolcificanti artificiali?
Troppo zucchero fa male, aumenta il peso corporeo e il rischio di obesità, apre la strada a malattie cardiovascolari, degenerazioni cellulari e anche carie dei denti. Tuttavia, il dolce piace e così l'industria alimentare ha ripiegato sui dolcificanti artificiali, come aspartame, o E951, acesulfame K, o E950, e sucralosio, o E955, giusto per citarne qualcuno. Questi dolcificanti hanno la caratteristica di avere un potere dolcificante da 200 a 600 volte più grande dello zucchero e molte meno calorie. Quindi, è sufficiente usarne in piccole quantità, ben inferiori a quelle dello zucchero, per ottenere un prodotto che può vantare di non avere zuccheri aggiunti, con meno calorie e ugualmente dolce. Spesso poi i dolcificanti artificiali vengono aggiunti a cibi che normalmente non avrebbero bisogno di essere zuccherati, come le zuppe, le salse o snack salati, solo per migliorarne la palatabilità. Ma i dolcificanti artificiali hanno effetti sulla salute? L'argomento è molto dibattuto. Si ipotizza infatti che queste sostanze possano aumentare il rischio di sviluppare un tumore sul lungo periodo, ma fino ad oggi mancava uno studio completo e solido che potesse fare chiarezza.
I dolcificanti artificiali aumentano il rischio di tumore, lo studio
Proprio a questo scopo i ricercatori francesi hanno elaborato lo studio di cui parliamo oggi. Gli scienziati si sono basati sui dati raccolti da un grande studio, ancora in corso, il NutriNet Santè, iniziato nel 2009. Più di 100000 persone hanno partecipato nel corso degli anni fornendo dati riguardanti il loro stile di vita, l'alimentazione, specificando i prodotti che venivano consumati e la marca, e la salute. I ricercatori hanno potuto così ricavare la quantità di dolcificanti artificiali assunti e hanno confrontato questo dato con le condizioni di salute dei volontari. Ebbene, quello che è emerso è che coloro che consumano elevate quantità di prodotti contenenti dolcificanti artificiali hanno, rispetto a chi non consuma alimenti di questo tipo, un rischio maggiore di sviluppare tumore, soprattutto del seno e tumori in cui l'obesità è considerata uno dei fattori di rischio, come stomaco, fegato, faringe, laringe, ovaio, endometrio e prostata. Non solo, tra i diversi dolcificanti testati, il rischio maggiore di degenerazione cellulare è collegato ad aspartame e acesulfame K.
Conclusioni
Lo studio quindi non supporta l'uso di dolcificanti artificiali come sostituti dello zucchero. Forse è proprio il caso di riabituare il palato a gusto e aroma, provando ad abbandonare l'idea che buono significa dolce a tutti i costi, quando spesso la dolcezza copre gli altri sapori. Ridurre le quantità di zucchero, provare a riappropriarsi dei sapori, dove possibile eliminare lo zucchero e sostituirlo con datteri o succo di frutta puro, ecco, queste sono le uniche alternative all'uso eccesivo di zucchero e non ricorrere a dolcificanti artificiali. E poi, è importante anche leggere bene le etichette degli alimenti che acquistiamo e, a volte, avere anche il coraggio di rinunciare a cibi che per gli ingredienti che contengono forse saranno squisiti ma che non fanno bene alla nostra salute. In ogni caso aggiungiamo che non è un alimento consumato una volta e che magari contiene dolcificanti come l'aspartame ad aumentare il rischio di degenerazioni cellulari, ma un'assunzione continua e prolungata nel tempo di queste sostanze. Non è lo strappo alla regola il problema ma l'abitudine.