Inositolo, o vitamina B7, è una sostanza a cui gli scienziati stanno dedicando molta attenzione. L’inositolo infatti si dimostra benefico sulla salute, in particolare sembra in grado di tenere sotto controllo il colesterolo, e sulla fertilità, soprattutto in caso di sindrome da ovaio policistico nella donna. Nell’ultimo anno sono stati pubblicati diversi lavori che sembrano proprio confermare queste proprietà dell’inositolo, come la ricerca pubblicata sulla rivista Trends in Endocrinology and Metabolism da parte di un team italiano delle Università di Verona e Varese per quanto riguarda il ruolo dell’inositolo sulla fertilità (Laganà et al, Nov 2018) e lo studio iraniano canadese uscito sulla rivista Lipids in Health and Disease (Tabrizi et al, May 2018) sull’effetto dell’inositolo sul profilo lipidico.
Quello che gli scienziati hanno osservato è che in donne con sindrome dell’ovaio policistico l’inositolo si è rivelato utile nel migliorare il metabolismo e lo stato ormonale riuscendo a ripristinare l’ovulazione spontanea. Mentre per quanto riguarda l’effetto sui grassi nel sangue, gli studi hanno mostrato che l’inositolo, in pazienti con malattie metaboliche come diabete gestazionale o tipo 2 e obesità, è in grado di ridurre colesterolo totale, colesterolo cattivo LDL e trigliceridi mentre non avrebbe nessun effetto sul colesterolo buono HDL. Gli studi hanno preso in considerazione gli effetti di integratori di inositolo con quantità variabili tra 688 e 4000 mg al giorno, soglia considerata sicura. Tuttavia, altri studi dovranno seguire per comprendere esattamente il meccanismo di azione ed eventuali interazioni. In ogni caso, in attesa che la scienza faccia chiarezza, possiamo introdurre l’inositolo con la dieta. Infatti l’inositolo, anche se viene prodotto dal corpo, è idrosolubile. Quindi non viene immagazzinato dal corpo ma deve essere assorbito con regolarità attraverso gli alimenti. Di questa vitamina sono ricche le prugne secche (una porzione di 2 prugne secche apporta circa 100 mg di inositolo), i legumi (100 grammi di fagioli in scatola può apportare anche 400 mg, la stessa porzione di piselli in scatola 235 mg), avena (mezzo cucchiaio contiene 42 mg di inositolo), crusca (mezzo cucchiaio ne apporta circa 55 mg), frutta (il melone ne è ricco, 100 grammi infatti ne apportano 355 mg, un’arancia poco più di 300 mg, 100 grammi di pompelmo quasi 200 mg, un kiwi 136 mg, 200 grammi di anguria circa 60 mg) e vegetali (100 grammi di melanzana circa 80 mg, stessa porzione di germogli di broccolo cica 80 mg, il cavolo 70 mg e i peperoni circa 60 mg). I dati sul contenuto dell’inositolo negli alimenti sono tratti da Clements et al, The America Journal of Clinical Nutrition, Sep 1980.