Abbiamo già avuto modo di vedere che un microbiota intestinale in salute e con una grande diversità è in grado di ridurre l'infiammazione cronica e di sostenere il sistema immunitario. Oggi discutiamo del fatto che, quando il microbiota intestinale è in sofferenza e si presenta con una scarsa varietà di ceppi di batteri, spesso a causa di un uso eccessivo di antibiotici, è facile notare casi di cistite ricorrente e un aumento dei livelli di infiammazione. Questi risultati sono stati pubblicati pochi giorni fa sulla prestigiosa rivista Nature Microbiology grazie a una collaborazione tra la Washington University School of Medicine di St. Louis e the Broad Institute of MIT and Harvard (Worby et al, Nature Microbiology, 2022).
Antibiotici e cistite, un circolo vizioso
Gli scienziati sono partiti dall'osservazione che, in caso di cistite, cicli di antibiotici sono in grado di risolvere il problema solo temporaneamente, aprendo poi la strada ad altre cistiti. Come suggerito da recenti studi, sembra proprio che gli antibiotici, pur curando l'infezione in atto, creino allo stesso tempo un terreno favorevole ad infezioni successive. Proprio per meglio comprendere questa considerazione e per capire come agire contro la cistite ricorrente i ricercatori americani hanno elaborato lo studio di cui parliamo oggi.
Cistite ricorrente e microbiota, ecco il collegamento
Sono state reclutate 30 donne, metà con una storia di cistite ricorrente e metà in salute. Le donne sono state sottoposte a visite ed esami medici una volta al mese per un anno. Quello che è emerso è che, sia in presenza di cistite ricorrente che in caso di totale assenza di infezione, il batterio Escherichia coli, il principale responsabile della cistite, era sempre presente nell'intestino. Quindi, questo significa che, nonostante i cicli di antibiotici, i medicinali non sono in grado di debellare il batterio completamente che, anzi, è sempre presente anche in condizioni di perfetta salute. Gli scienziati hanno però osservato un'altra particolarità, che spiega come mai alcune persone sono più soggette di altre a sviluppare cistite e poi cistite ricorrente. Tutto dipende dallo stato di salute e dalla diversità del microbiota intestinale. Nelle donne con cistite ricorrente, il microbiota intestinale si presenta meno vario e soprattutto privo o almeno carente di batteri capaci di produrre butirrato, una sostanza dall'azione antinfiammatoria e protettiva contro eventuali infezioni del tratto urinario. È probabile che sia stato anche l'uso degli antibiotici contro la cistite a ridurre la diversità del microbiota creando così un circolo vizioso che da una cistite crea le condizioni favorevoli per altre infezioni. Invece, le donne con una maggiore diversità per quanto riguarda il microbiota intestinale e con batteri che producono butirrato presentano una maggiore protezione da parte del corpo stesso, capace di tenere a bada il batterio Escherichia coli.
Per contrastare la cistite è essenziale iniziare ad agire fin da subito
Importante quindi è agire sul proprio microbiota intestinale, che, come abbiamo visto, se è in salute ha importanti benefici su tutto l'organismo, aiutando anche a prevenire la cistite. Possiamo essere portati a pensare, però, che, una volta che il microbiota si è impoverito, noi possiamo fare poco per migliorare la sua condizione. Questo, per nostra fortuna, non è esatto. Infatti, come testimonia un'importante ricerca scientifica di qualche anno fa pubblicata su Nature, bastano in realtà dieci giorni di una dieta sana e varia per modificare il nostro microbiota (David et al, Nature, 2014). E se vogliamo aumentarne la diversità e ridurre l'infiammazione, possiamo includere nella dieta alimenti fermentati che, come abbiamo avuto già modo di vedere, proteggono il microbiota intestinale, aumentandone la diversità e riducendo ben 19 indicatori dell'infiammazione (Wastyk et al, Cell, 2021). Non resta che iniziare subito a prenderci cura del nostro microbiota intestinale.