Che le scelte a tavola abbiano un ruolo basilare sulla nostra salute è ormai accertato dalla scienza. Oggi però sappiamo anche che un elevato consumo di frutta e verdura, e in particolare di frutti di bosco, verdure a foglia verde, vegetali di colore arancione scuro e rosso e succo di arancia, è collegato ad una diminuzione del rischio di mostrare perdita di memoria e difficoltà di ragionamento che possono verificarsi con l’età. Questo è il risultato di uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Neurology poche settimane fa da parte di un team della Harvard T.H. Chan School of Public Health in Boston (Yuan et al, Neurology, Nov 2018).
In particolare, i ricercatori hanno seguito 27842 uomini, con un’età media di 51 anni, per un periodo di 20 anni studiando la loro alimentazione per quanto riguarda le porzioni giornaliere di frutta e verdura ed osservando, al termine dello studio, se si registravano eventuali segni di perdita di memoria o di difficoltà di ragionamento. Quello che è risultato è che gli uomini che, nel corso di questi 20 anni, avevano consumato 6 porzioni di verdura al giorno (una porzione corrisponde a una tazza di vegetali crudi oppure a due tazze di verdure a foglia verde) mostravano una probabilità inferiore del 34% di sviluppare problemi di memoria e ragionamento rispetto a chi invece aveva consumato solo 2 porzioni di verdura al giorno. La protezione aumentava se gli uomini consumavano ogni giorno succo d’arancia, ben il 47% in meno di probabilità di sviluppare perdita di memoria o problemi di ragionamento rispetto a chi invece ne beveva meno di un bicchiere al mese. Infine, gli uomini che avevano mangiato 3 porzioni di frutta al giorno (una tazza di frutta) avevano una probabilità inferiore di mostrare difficoltà rispetto a chi ne consumava mezza porzione. Lo studio mostra quindi come un consumo di frutti di bosco, verdure a foglia verde, vegetali di colore arancione e rosso e succo di arancia possa avere un ruolo benefico sul lungo periodo sulla funzionalità cognitiva. Certamente, questo aggiungiamo noi, lo studio è davvero molto utile ed interessante in quanto si aggiunge alle altre ricerche che permettono di osservare come il nostro corpo non sia a compartimenti stagni, in cui una parte o un organo è separato dagli altri, e che quello che mangiamo può influenzare anche la salute del cervello. In più, la forza dell’esperimento qui presentato è che la ricerca si basa su un grande numero di partecipanti seguiti per un periodo di tempo molto lungo, e questo rafforza i risultati ottenuti. Tuttavia, lo studio ha anche dei limiti, che sicuramente verranno colmati con studi successivi, in particolare la ricerca non ha studiato l’effetto di un elevato consumo di frutta e verdura sulle donne e non ha valutato le funzionalità cognitive all’inizio dell’esperimento per osservare eventuali cambiamenti nel tempo.