Noi siamo quello che mangiamo ma anche quello che … pensiamo. Infatti, come dimostrato da uno studio recentissimo pubblicato sulla rivista Alzheimer's and Dementia da parte di un team della University College di Londra, pensieri negativi ripetitivi possono aumentare il rischio di demenza.
Quello di cui gli scienziati sono già a conoscenza è che depressione e ansie durante la mezza età e nell’età avanzata rappresentano un rischio di sviluppare, sul lungo periodo, demenza e Alzheimer. I ricercatori sono però riusciti a comprendere cosa esattamente di queste condizioni psicologiche possa determinare un aumentato rischio per la salute del cervello. Quasi 300 persone sono state seguite per due anni chiedendo loro di compilare un diario in cui venivano riportate le volte in cui i partecipanti allo studio andavano con il pensiero a esperienze negative, quante volte si trovavano a rimuginare sul passato e quante volte avevano preoccupazioni per il futuro. I partecipanti allo studio venivano anche seguiti per valutare la loro salute mentale, con test di memoria, attenzione, cognizione spaziale, linguaggio. Un terzo delle persone è stato anche valutate tramite esami diagnostici eseguiti con la PET per misurare i depositi di proteine beta amiloidi e tau, la causa della malattia di Alzheimer. Quello che è emerso è che le persone che presentavano un numero più elevato di pensieri negativi ripetitivi mostravano, sul lungo periodo, circa 4 anni, un aumento del declino cognitivo e della memoria e in più era più probabile osservare, in queste persone, accumuli di proteine beta amiloidi e tau.
Gli autori della ricerca aggiungono che la loro speranza è che, riducendo i pensieri negativi ripetitivi con tecniche di meditazione e mindfulness, sia possibile ridurre il rischio di sviluppare demenza. Questa promettente ricerca è però ancora in corso. Tuttavia, in attesa di avere risultati certi dalla scienza, riuscire a ridurre i pensieri continui negativi, l’azione di rimuginare sul passato e le paure per il futuro può essere sicuramente utile a far emergere talenti, risorse e a risolvere problemi. Distraendo il cervello da queste gabbie mentali infatti lo lasciamo libero di trovare soluzioni. Il grande psichiatra Raffaele Morelli consiglia di staccarsi per un attimo dal problema, anziché continuare a logorarsi mentalmente, provare a fermarsi e guardare un paesaggio, o perdersi in un’attività manuale come fare il pane o occuparsi di un orto.