La carne rossa e lavorata, soprattutto se mangiata in grandi quantità e per lunghi periodi di tempo, può essere cancerogena e rappresentare un rischio per il cuore, dal momento che apporta grassi saturi e colesterolo. Ecco perché, soprattutto negli ultimi anni, si stanno diffondendo alternative vegetali alla carne. Prodotti che imitano hamburger, cotolette e salamini, già pronti per essere cucinati e mangiati. Ma in questo caso, vegetariano è sempre salutare? Questo si sono chiesti gli scienziati della Stanford Medical School. I risultati della ricerca sono stati pubblicati pochi giorni fa sulla rivista The America Journal of Clinical Nutrition (Crimarco et al, The America Journal of Clinical Nutrition, Aug 2020).
I ricercatori si sono fatti questa domanda partendo dalla considerazione che anche i prodotti vegetariani alternativi alla carne contengono spesso sostanze potenzialmente dannose per il cuore, come sodio o olio di cocco, che apporta grassi saturi. Per capire se le alternative vegetariane alla carne siano sempre da considerarsi salutari gli scienziati hanno reclutato 36 persone, che sono state divise in due gruppi. Al primo gruppo è stato chiesto di mangiare, per 8 settimane, due porzioni al giorno di alternative vegetariane alla carne e di evitare la carne rossa, al secondo gruppo invece è stato chiesto di mangiare due porzioni al giorno di carne rossa. Nelle successive 8 settimane i due gruppi hanno scambiato abitudini. I partecipanti allo studio sono stato monitorati per quanto riguarda i valori di TMAO, o trimethylamine N-oxide, una sostanza correlata al rischio cardiovascolare, e di colesterolo cattivo. Quello che è emerso è che in chi aveva consumato l’alternativa vegetariana il colesterolo cattivo era calato di 10 milligrammi per decilitro. Non solo, l’alternativa vegetariana alla carne ha dimostrato di migliorare anche i valori di TMAO. Infatti, gli scienziati hanno potuto osservare un fatto molto particolare. Nel gruppo che era partito mangiando carne rossa si è registrato fin da subito un aumento di TMAO, cosa che invece non è accaduta in chi aveva iniziato con la dieta vegetariana. Quando poi i gruppi si sono scambiati, le persone che sono passate dalla dieta di carne a quella vegetariana hanno sperimentato un calo di TMAO. Chi è passato dalla dieta vegetariana a quella con la carne rossa non ha presentato l’aumento di TMAO che invece i ricercatori si attendevano. Questo è stato spiegato con il fatto che la sostanza TMAO inizia a formarsi se sono presenti nell’intestino specifici batteri, numerosi quando la dieta è ricca di carne. Quindi, la dieta di 8 settimane senza carne ha ridotto la presenza di questi batteri e quindi i valori di TMAO non sono aumentati.
Pertanto, le alternative vegetariane alla carne si sono dimostrate comunque una soluzione più sana rispetto alla carne rossa e lavorata. In ogni caso, però, è sempre bene leggere l’etichetta e scegliere prodotti che possibilmente non contengano grassi saturi e tanto sodio.