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Proteggere la salute del cervello con una tazzina… di caffè

Proteggere la salute del cervello con una tazzina… di caffè

E se il dottore ti dicesse, come medicina, di prendere una tazzina di caffè? Ancora non siamo arrivati a questo punto, altre ricerche dovranno seguire, ma certamente la strada imboccata indica che questa bevanda così amata è anche davvero salutare. Tanto da essere in grado di proteggere persino il cervello dall'Alzheimer. Possiamo apprendere quanto il caffè possa esser benefico non solo sulla salute generale del corpo ma anche su quella del cervello grazie ad una recente review pubblicata sulla rivista Cureus da parte di un team americano (Wasim et al, Cureus, 2020).

Il caffè e le sue proprietà benefiche

Il caffè contiene più di mille composti, come caffeina, acido clorogenico, polifenoli, flavonoidi, e altre sostanze che agiscono in sinergia con proprietà antinfiammatorie, antiossidanti, antimicrobiche e anticancro. È stato osservato che il caffè migliora la salute del fegato, del sistema endocrino, cardiovascolare e digestivo, protegge il cervello e la sua funzionalità. La quantità di caffè giornaliera che ha mostrato i benefici maggiori è da due a quattro tazzine, sopra questo valore invece si notano di più effetti come ansia, tachicardia, insonnia e nervosismo.

Come il caffè può proteggere da Alzheimer, Parkinson e depressione

La review di cui parliamo oggi si è focalizzata sull'impatto del caffè per quanto riguarda le malattie neurodegenerative e la funzionalità del cervello. Il caffè, ma quello contenente caffeina, non decaffeinato, migliora le performance cognitive e aumenta la memoria. Non solo, il numero di tazzine di caffè bevute è inversamente proporzionale al rischio di sviluppare demenza e Alzheimer con il passare degli anni. Sembra che la caffeina sia in grado di ridurre l'accumulo di proteine beta amiloidi nel cervello, la caratteristica principale della malattia di Alzheimer. Tre tazzine di caffè al giorno risultano anche protettive nei confronti della malattia di Parkinson. Questo effetto protettivo agisce sia nella prevenzione alla malattia che nell'attenuazione dei sintomi, quando la malattia è già in atto. In particolare, il caffè sembra migliorare un segno tipico del Parkinson, che è l'acinesia e cioè la difficoltà nei movimenti, anche se questo avviene solo per un numero limitato di mesi fino a quando la persona non è più sensibile all'azione del caffè. A questo punto, un'interruzione di caffè e di caffeina in generale può ripristinare l'azione benefica vista. Infine, il caffè sembra migliorare l'umore e contrastare la depressione.

Il caffè in una dieta sana e varia

L'esatto meccanismo con cui il caffè agisce sul cervello non è ancora stato compreso del tutto proprio per l'incredibile quantità di sostanze contenute in questa bevanda e che agiscono per il benessere. Una cosa però è certa, perché abbia un effetto protettivo occorre inserire il caffè in una dieta varia e non bisogna eccedere con la quantità, per evitare spiacevoli effetti indesiderati come un aumento del nervosismo.
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