Memoria a breve termine, attenzione e funzionalità cognitiva vengono alimentati dall'acqua che beviamo e introduciamo con bevande e cibi. Al contrario, uno stato di disidratazione ha mostrato di peggiorare questi processi e aprire la strada, quando l'età avanza, al decadimento cognitivo. Quanto affermato emerge da diversi studi scientifici, l'ultimo in ordine di tempo quello pubblicato poche settimane fa sulla rivista BMC Medicine da un team spagnolo (Nishi et al, BMC Medicine, 2023).
Quanta acqua beviamo determina il buon funzionamento del cervello, lo studio
Gli scienziati hanno reclutato 1957 adulti, di età compresa tra 55 e 75 anni. I volontari sono stati seguiti per un periodo di due anni durante i quali sono stati monitorati il funzionamento cerebrale attraverso specifici test e lo stato di idratazione grazie alla misurazione dell'osmolarità del sangue. L'osmolarità del sangue indica la concentrazione di particelle nel sangue come sodio, potassio e glucosio. Valori elevati di osmolarità indicano che l'acqua nel sangue è diminuita e pertanto è una spia di uno stato di disidratazione. Quello che è emerso dal confronto di questi dati è che bassi valori di idratazione sono associati a un maggior declino cognitivo con un peggioramento osservato soprattutto per quanto riguarda la memoria a breve termine, l'attenzione, le capacità di pianificare, ragionare e risolvere problemi e la coordinazione motoria.
La ricerca conferma altri studi condotti in questo settore
La ricerca vista oggi è solo l'ultima di numerosi altri studi condotti sul legame tra la quantità di liquidi che immettiamo nel nostro corpo e lo stato di salute del nostro cervello. In particolare, davvero illuminante a questo proposito è una review apparsa qualche anno fa sulla rivista British Journal of Nutrition grazie al lavoro di un team del Regno Unito (Masento et al, BJN, 2014). Nella review viene mostrato che migliorare la propria idratazione porta a miglioramenti quasi immediati nella funzionalità cognitiva. In particolare, a volontari, tutti giovano adulti e che manifestavano sete prima dell'esperimento, è stato chiesto di non bere, o bere 120 ml di acqua o di berne 330 ml e poi sottoporsi a un test che richiedeva la visualizzazione e il successivo immagazzinamento di informazioni. Ebbene, coloro che avevano bevuto 330 ml di acqua hanno raggiunto il punteggio migliore rispetto agli altri gruppi. Lo stesso miglioramento è stato osservato anche per quanto riguarda la memoria a breve termine, i tempi di reazione e persino l'umore, dal momento che i volontari riportavano, dopo essersi idratati, di sentirsi più calmi. Invece, stati di disidratazione hanno mostrato di peggiorare la memoria a breve termine, la capacità di svolgere calcoli, mantenersi attenti e muoversi in modo coordinato, a tutte le età e anche in persone addestrate a sopportare situazioni estreme come i militari. Diversi meccanismi spiegano come la disidratazione possa causare un deterioramento cognitivo. Per prima cosa, quando la densità del sangue aumenta viene rilasciato un ormone, chiamato ormone antidiuretico, che stimola il riassorbimento dell'acqua a livello renale per diluire il sangue. Questo ormone però interagisce anche con la funzionalità cognitiva e, se in eccesso, può alterarla. Non solo, evidenze mostrano che la disidratazione acuta riduce in modo temporaneo il volume cerebrale e l'afflusso di sangue e ossigeno al cervello.
Quanta acqua bere
Le indicazioni su quanta acqua bere dipendono dalla persona, dalla vita che conduce, dagli ambienti in cui vive e lavora, se pratica attività fisica o se sta assumendo farmaci. In generale, però, l'indicazione è quella di assumere fluidi, e quindi non solo acqua ma anche tisane, bevande, frutta e verdura contenenti acqua, per un totale da 2,2 a 4,4 litri al giorno. Limitatamente alla sola acqua, da rubinetto o in bottiglia, la quantità indicativa è più di 1,5 litri al giorno. Rispettare queste indicazioni ha mostrato di contrastare la disidratazione e, per quanto riguarda lo stato cognitivo, di migliorare l'attenzione e la memoria a breve termine.