Un'ottima notizia arriva da Singapore per chi soffre di fegato grasso. Ebbene, oltre a comprendere le cause che possono determinare l'evoluzione del fegato grasso in steatoepatite, una condizione che causa infiammazione, cicatrizzazione e morte dei tessuti epatici, gli scienziati hanno anche trovato un modo per bloccare questa evoluzione e rigenerare il fegato, l'assunzione di vitamina B12 e acido folico! Questo emerge da una recentissima ricerca apparsa sulla rivista Journal of Hepatology (Tripathi et al, Journal of Hepatology, Jul 2022).
Fegato grasso, cure e possibili rischi
Il fegato grasso, o steatosi epatica, non alcolica è una condizione che interessa il 25% della popolazione globale. Il fegato grasso non alcolico consiste nell'accumulo di grasso a livello del fegato in persone che non bevono o bevono poco alcool ma che possono presentare obesità o diabete tipo 2. Il fegato grasso può evolvere in una vera e propria infiammazione del fegato, in cui i tessuti presentano cicatrici e muoiono. Questa condizione è chiamata steatoepatite e aumenta a sua volta il rischio di cirrosi e tumori del fegato. Allo stato attuale non esistono trattamenti per la steatoepatite, anche perchè non se ne conoscevano esattamente le cause, almeno fino alla ricerca di cui parliamo oggi. Invece, il fegato grasso, nelle prime fasi, è reversibile. Gli scienziati di Singapore sono riusciti a comprendere il meccanismo che porta all'evoluzione del fegato grasso nella condizione di infiammazione con morte dei tessuti e anche cosa può aiutare a invertire questa evoluzione. Ma vediamo di capire meglio.
Cosa causa il fegato grasso e una possibile cura, lo studio
Gli scienziati sono riusciti a capire che elevati valori nel sangue di omocisteina, un aminoacido, sono associati a un rischio aumentato di evoluzione del fegato grasso in steatoepatite. Questo perché l'omocisteina si attacca a diverse proteine nel fegato, cambiandone la struttura e inibendone la funzionalità. In particolare, quando l'omocisteina si attacca alla proteina sintaxina 17, ne impedisce l'azione. Questa proteina è coinvolta nel trasposto e nella digestione dei grassi, ma anche nella prevenzione all'infiammazione e nella sostituzione di cellule danneggiate. Da qua si capisce che bloccando la proteina sintaxina 17 si aprono le porte alla steatoepatite. Invece, come emerge dalla ricerca, l'assunzione di vitamina B12 e acido folico aumenta i livelli di sintaxina 17 nel fegato e ne ristabilisce l'azione, rallentando una possibile evoluzione del fegato grasso e invertendo il processo di infiammazione.
Conclusioni
Pertanto, la ricerca fa emergere due importantissimi risultati. Il primo, è che i livelli di omocisteina possono essere usati come indicatori per una possibile evoluzione del fegato grasso in forme più gravi. La seconda, è che l'integrazione di vitamina B12 e acido folico, un trattamento davvero poco costoso, può rappresentare un aiuto molto potente per chi soffre di fegato grasso, contribuendo a prevenire o ritardare una sua evoluzione nella steatoepatite. In ogni caso, se intendi seguire un trattamento con integratori di vitamina B12 e acido folico chiedi consiglio al tuo medico di fiducia. Poi, queste vitamine si possono trovare anche nell'alimentazione. La vitamina B12 si trova nella carne, nelle uova, soprattutto nel tuorlo, nel latte, nel pesce e nei molluschi, ma anche nei cereali fortificati e in alcune alghe, come l'alga nori. I folati si trovano nei vegetali a foglia verde, nei legumi, nelle uova e negli agrumi.