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La magica storia della rosa di Natale

I cavallini della giostra antica giravano in cerchio, indifferenti ai fiocchi di neve, mentre una musica natalizia li accompagnava. Poco distanti c'erano degli alberi spogli ma completamente rivestiti di lucette, che si riflettevano allegre sulla neve che ricopriva ogni cosa. Will e Joy passeggiavano per il mercatino di Natale di Goeteborg respirando l'allegra atmosfera natalizia in uno dei mercatini più affascinanti della Svezia. Il loro viaggio li aveva portati fin lì, ad ammirare opere di artigianato fatte a mano, ad annusare aromi caldi e speziati e anche bere un po' di vin brulè svedese. Ad un certo punto si fermarono davanti a una casetta che vendeva solo piantine con deliziosi fiori bianchi a forma di stella. I fiori erano freschi ed era strano ammirarli in quel periodo di grande freddo. La signora dietro al bancone, che Will apprese si chiamava Matte, staccò un fiore e lo donò a Will. Tenga, gli disse. Questa è la rosa di Natale, simbolo di rinascita e speranza e lei mi sembra che abbia bisogno di entrambe! Esiste una leggenda, continuò Matte, che mia nonna mi raccontava sempre quando mi sentivo triste. Tanto tempo fa, in una foresta svedese, proprio nel giorno della Vigilia di Natale, fiorì dal nulla un grande e lussureggiante giardino, come se non fosse inverno. Le farfalle volavano senza sosta di fiore in fiore e gli alberi erano carichi di frutti. Il giorno dopo, il giardino scomparve per poi riapparire la vigilia di Natale dell'anno successivo, e di quello dopo ancora, e ancora. Ma, in un'abbazia non distante da Goeteborg, c'erano due monaci che non credevano a quello che la gente raccontava del giardino di Natale. Così, in una fredda e nevosa Vigilia di Natale, si recarono nella foresta per poter assistere di persona al miracolo. E fu così, come ogni anno, che ai loro piedi si formò un soffice tappeto di erba, l'aria profumava di fiori e ovunque gli uccellini cinguettavano. Uno dei due monaci, con le lacrime agli occhi, si pentì di aver dubitato. L'altro però disse che quella era opera del demonio. In un attimo il giardino scomparve e non ritornò mai più. Ma, per fortuna, il monaco che si era pentito era riuscito ad afferrare un fiore prima che svanisse, provò a piantare i suoi semi e si prese cura della piantina che, il Natale successivo, lo ricompensò con un bellissimo fiore bianco, proprio come il Natale dopo, e quello dopo ancora. Ecco la leggenda dell'elleboro, anche chiamato la Rosa di Natale. Will sorrise e ringraziò Matte, facendo scivolare il fiore nella tasca. Mentre usciva dal mercatino Will era immerso nei suoi pensieri, anche in questa meravigliosa tappa aveva incontrato persone calorose e gentili, aveva scoperto frammenti di antiche culture, aveva ammirato posti da favola ma quella ancora non era la felicità. Il suo viaggio doveva proseguire.

Pane svedese

In onore della tappa svedese vediamo come preparare un pane natalizio svedese molto speciale, chiamato Julvört, aromatizzato con spezie. Impasta 300 grammi di farina di segale, 200 grammi di farina di grano tenero semintegrale, 1 cucchiaino di cannella, mezzo cucchiaino di chiodi di garofano macinati e 1 cucchiaino di zenzero macinato con 350 ml di acqua in cui hai disciolto 12 grammi di lievito di birra fresco e due cucchiaini di miele. Incorpora 2 cucchiai di uvetta passa fatta rinvenire in acqua e mezzo cucchiaio di sale marino macinato fino. Lascia lievitare per un paio d'ore, riponi poi in uno stampo da plum cake e lascia riposare ancora per un'ora. Cuoci in forno a 180° per 30 minuti.
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