Quando si parla di acqua, alla base di ogni processo del nostro corpo, non possiamo fare affidamento sulle sensazioni. Infatti, spesso un inizio di disidratazione è mascherato da una sensazione di fame e il senso stesso della sete, oltre a dipendere dall’età dal momento che negli anziani è meno marcato, si fa sentire solo quando il corpo ha già perso l’1-2% di liquido. Ma a questo punto cominciano anche a manifestarsi i primi segni della disidratazione, come calo dell’umore, stanchezza, problemi di concentrazione, come messo in luce da uno studio americano pubblicato nel 2012 su due prestigiose riviste scientifiche The Journal of Nutrition e British Journal of Nutrition . È importante quindi tenersi idratati, ma quanta acqua bere al giorno? La domanda non ha una risposta diretta e semplice, dipende infatti dal tipo di vita che si conduce e dal clima. In generale il consiglio è di bere 8 bicchieri di acqua al giorno, si considera anche l’acqua bevuta ai pasti. Questa quantità, che è puramente indicativa, varia però in base alla persona, alla costituzione, se si fa più o meno esercizio fisico, se si suda, quindi il consiglio è tenere la raccomandazione degli 8 bicchieri al giorno come riferimento ma poi ascoltare il proprio corpo e vedere come possa funzionare meglio. E quale acqua bere? Puoi scegliere l’acqua in bottiglia, ma presta attenzione a scegliere bottiglie di vetro in quanto le bottiglie di plastica possono essere lasciate sotto il sole, sia nella fase di trasporto che prima della vendita, e con il caldo sprigionano sostanze nocive che passano così all’acqua che si beve. Riguardo a questa considerazione molto importante è lo studio del 2014 pubblicato sulla rivista scientifica Environmental Pollution e condotto da un team dell’università della Florida insieme alla School of the Environment, Nanjing University in Cina. Gli scienziati hanno visto che la plastica generalmente usata per le bottiglie d’acqua, PET, se esposta a calore per un periodo di tempo prolungato può rilasciare bisfenolo A, capace di alterare il sistema nervoso e quello immunitario, e antimonio, classificato come possibile sostanza cancerogena. Più è alta la temperatura a cui sono sottoposte le bottiglie e più sostanze vengono rilasciate, per cui, anche alla luce di questi risultati, non è una buona idea lasciare la bottiglia di plastica piene d’acqua in macchina sotto il sole. Per quanto riguarda l’acqua dal rubinetto, quando questa è dichiarata potabile è sicuramente la scelta migliore, controllata, sicura ed economica. Negli ultimi anni si è assistito all’avvento in commercio dei filtri, da applicare ai rubinetti. Il problema dell’acqua filtrata è che spesso non vengono rimosse solo particelle di cloro ma anche i preziosi sali minerali impoverendo molto l’acqua. Senza contare che questi filtri possono fungere anche da ricettacolo di batteri che poi si riversano nell’acqua che andremo a bere. Un altro luogo comune da sfatare è che l’acqua dura, cioè che contiene calcare, possa danneggiare i reni. In realtà questo non è vero, anzi, spesso le acque sottoposte a processi di addolcimento sono più povere di magnesio ma più ricche di sodio, caratteristiche che potrebbe favorire l’ipertensione. Infine, una curiosità. Nella medicina ayurvedica si consiglia di far bollire l’acqua per 20 minuti, poi, una volta travasata in un thermos, bere una tazzina a piccoli sorsi anche ogni mezz’ora. Questo aiuterebbe l’assimilazione dell’acqua e avrebbe un effetto depurativo.

Acqua – Quanta e come assumerla?
ottobre 29, 2017
La quantità indicativa è 8 bicchieri di acqua al giorno ma molto dipende dalla costituzione, dall’attività fisica e dal clima in cui si vive, tra acqua nelle bottiglie di plastica e acqua nelle bottiglie di vetro è preferibile scegliere quest’ultima, se possibile è meglio evitare di usare i sistemi di filtraggio dell’acqua, l’acqua dura, cioè con calcare, non danneggia i reni e anzi è da preferire all’acqua che è stata sottoposta a processi di addolcimento
AUTORE
Unisce la sua passione per uno stile di vita naturale e la sua formazione universitaria, è infatti laureata in fisica e ha il dottorato di ricerca in fisica, settore biofisica. Leggere articoli scientifici, documentarsi sulle ultime ricerche e testare nuovi metodi e ricette è quindi da sempre il suo lavoro, che, speriamo, di aver reso utile.
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