L’infiammazione è un processo benefico quando è precisa, breve ed efficace. C’è una minaccia, un virus, una cellula impazzita? Il processo infiammatorio entra in gioco e distrugge l’aggressore, poi l’infiammazione si spegne. Un processo perfetto. Tuttavia, questo meccanismo può non funzionare a dovere e l’infiammazione continua a lavorare silente nel nostro corpo, cronica, per anni, per poi esplodere in invecchiamento precoce e malattie come artrite, Alzheimer, allergie, problemi cardiovascolari, tumori. Con l’alimentazione e lo stile di vita molto si può fare per spegnere i focolai di infiammazione cronici. Per esempio, certi acidi grassi omega 6 vengono usati dal corpo per produrre sostanze pro infiammatorie mentre altre sostanze, in generale gli acidi grassi omega 3, sono alla base della produzione di sostanze anti infiammatorie. Per la salute sarebbe una buona scelta alimentare introdurre omega 6 e omega 3 in maniera bilanciata, in base a studi scientifici un rapporto omega 6/omega 3 di 4 a 1 aiuterebbe a proteggere il cuore e di 2-3 a 1 avrebbe effetti benefici contro tumori, allergie e artrite anche se, purtroppo, la nostra alimentazione occidentale privilegia gli omega 6 e possiamo arrivare a sfiorare un rapporto 17 a 1 (SImopoulos et al, Biomed Pharmacother, 2002), davvero troppo infiammatorio. Da dimenticare anche il ruolo delle vitamine e il tipo, per esempio, tutti ben conosciamo il ruolo anti infiammatorio delle vitamine C ed E, ma lo sapevi che alcune vitamine del gruppo B sono capaci di ridurre una sostanza, l’omocisteina, che, se presente ad alte dosi nel sangue aumenta il rischio di problemi al cuore, Alzheimer e artrite, o ancora che la vitamina K ha un’azione anti infiammatoria e protegge le ossa e il cuore (Monica Reinagel, The Inflammation-free diet plan, McGraw Hill, 2006)? Anche i Sali minerali, come zinco e selenio, giocano la loro parte nel contrastare le infiammazioni, così come gli antiossidanti e la presenza di fibre. In base alla Harvard Medical School non bisognerebbe farsi mai mancare pomodori, olio d’oliva, i vegetali a foglia verde come spinaci o il cavolo riccio, ma anche noci e mandorle, alcuni tipi di pesce come salmone e sardine e frutti quali arance, mele, mirtilli, fragole e ciliegie caratterizzate dall’alto contenuto in polifenoli. Ottimi anche gli alimenti che si caratterizzano per un alto contenuto in acidi grassi omega 3 come semi di lino, olio di lino e semi di chia. Da non farsi mancare anche l’aglio che, in base a studi scientifici, terrebbe a bada l’Helicobacter pylori (SIvam et al, J Nutr, 2001), un batterio che causa ulcera, gastrite e, di conseguenza, anche il tumore allo stomaco. E che dire delle bietole? Grazie ad uno studio italiano sappiamo che, insieme ad altri vegetali a foglia verde quali spinaci, lattuga, scarola, hanno un ruolo protettivo nei confronti del tumore al seno, che è comunque sempre collegato a stati infiammatori (Masala et al, Breast Cancer Res Treat, 2012 e L’età non è uguale per tutti, Eliana Liotta). Sempre secondo l’Harvard Medical School per contrastare le infiammazioni da evitare, o almeno limitare, sarebbero invece i cibi fritti, le bibite zuccherate, i carboidrati raffinati, strutto, margarine e le carni lavorate.

Alimenti antinfiammatori Parte 3, la dieta antinfiammatoria
agosto 05, 2018
I migliori cibi per contrastare le infiammazioni in base a studi scientifici
AUTORE
Unisce la sua passione per uno stile di vita naturale e la sua formazione universitaria, è infatti laureata in fisica e ha il dottorato di ricerca in fisica, settore biofisica. Leggere articoli scientifici, documentarsi sulle ultime ricerche e testare nuovi metodi e ricette è quindi da sempre il suo lavoro, che, speriamo, di aver reso utile.
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