Spesso, nelle formulazioni di yogurt o merende da bere, si sente parlare di bifidobatteri, ma di cosa si tratta esattamente? Per prima cosa è necessario fare una premessa, nel nostro intestino vive una flora di batteri davvero numerosa, costituita addirittura da decina di migliaia di miliardi di batteri! Questa popolazione forma il cosiddetto microbiota, che viene considerato a tutti gli effetti un organo del nostro corpo. Quando il microbiota è in salute ed equilibrato svolge correttamente le sue funzioni, la più conosciuta è quella della digestione, ma è anche una barriera contro i patogeni, sintetizza vitamine come la K, la B8 e la B9, che è l’acido folico, gioca un ruolo nel metabolismo del colesterolo e di regolazione del sistema immunitario (Nicola Sorrentino, Grassi dentro, Mondadori). Può capitare che, in seguito a farmaci, stress o infezioni questo microbiota si alteri e che subentri la disbiosi. Questa situazione è caratterizzata dalla prevalenza di ceppi di batteri che normalmente sono presenti in minore quantità e che hanno un’azione pro infiammatoria, come l’Escherichia coli, mentre altri batteri con proprietà antinfiammatorie tendono a diminuire. Una modifica del microbiota porta a problemi gastrointestinali, allergie, debolezza ma anche obesità (The Human Microbiome Project Cosortium, Nature, 2012). Ecco quindi che, per ristabilire il microbiota, è importante assumere probiotici, o batteri amici, che, come detto, in condizioni di salute sono presenti nel nostro corpo ma che, in seguito a situazioni particolari, possono essersi indeboliti. Insieme ai lactobacilli un altro ceppo di questi batteri amici è costituito dai bifidobatteri. I bifidobatteri hanno proprietà antinfiammatorie, supportano il sistema immunitario e hanno un ruolo di protezione nei confronti di agenti patogeni e tossine. Non solo, i bifidobatteri risultano utili in caso di diarrea e stitichezza ma che non siano causati da fattori esterni, è quindi il caso della sindrome da colon irritabile. I bifidobatteri tendono a diminuire con l’età e in condizioni di salute precaria mentre sono presenti in maggiori quantità nei bambini allattati al seno. Per integrare i bifidobatteri può essere utile ricorrere a integratori di probiotici, reperibili nelle erboristerie e farmacie. Per la produzione di questi probiotici i ceppi più comuni di bifidobatteri sono animalis, breve, bofidum, longum e lactis. I probiotici andrebbero assunti a stomaco vuoto, meglio alla mattina, e il trattamento dovrebbe essere proseguito per almeno 3-4 settimane. Infine, l’insediamento dei bifidobatteri può essere favorito da alcune sostanze, dette prebiotiche, come l’inulina, contenuta in carciofi e cicoria. Mangiare questo tipo di alimenti è quindi benefico per la salute intestinale.

Bifidobatteri
giugno 03, 2018
Utile in caso di diarrea e stitichezza causate dalla sindrome del colon irritabile, supporto per il sistema immunitario, proprietà antinfiammatorie, contro tossine e agenti patogeni
AUTORE
Unisce la sua passione per uno stile di vita naturale e la sua formazione universitaria, è infatti laureata in fisica e ha il dottorato di ricerca in fisica, settore biofisica. Leggere articoli scientifici, documentarsi sulle ultime ricerche e testare nuovi metodi e ricette è quindi da sempre il suo lavoro, che, speriamo, di aver reso utile.
Potrebbero anche interessarti questi rimedi naturali
Sindrome del colon irritabile e infiammazioni intestinali, un valido aiuto dai polifenoli di alcuni alimenti
Pancia gonfia, dolori addominali, stipsi alternata a diarrea ma anche stanchezza e affaticamento, questi sono sintomi molto comuni che tutti prima a poi nel corso della nostra vita sperimentiamo. A volte questi sintomi p...
Leggi
Vivere sani, attenzione al tricloroetilene, una sostanza tossica che può trovarsi in casa e nei luoghi chiusi
La nostra salute dipende da quello che mangiamo e dal nostro stile di vita, ma anche l'ambiente in cui viviamo gioca un ruolo chiave. Infatti, esistono delle sostanze tossiche che si possono trovare in casa in quanto dif...
Leggi