La clorofilla è un pigmento verde indispensabile per la vita delle piante. La clorofilla, infatti, cattura la luce solare e la usa per produrre il nutrimento per la pianta attraverso la fotosintesi clorofilliana. Ma, come per le piante, anche noi possiamo servirci della clorofilla per rigenerarci e guadagnarci in salute. Diversi studi hanno infatti dimostrato le importanti proprietà benefiche della clorofilla anche per noi esseri umani. E allora, vediamo di approfondire questo interessantissimo argomento.
Clorofilla contro le tossine
La clorofilla stimola i processi depurativi e di disintossicazione e supporta il lavoro del fegato (Ulbricht et al, J Diet Suppl, 2014). Studi hanno dimostrato che l'assunzione di clorofilla è in grado di proteggere anche dall'azione delle aflatossine, che sono micotossine dall'azione cancerogena che possono svilupparsi su vegetali, cereali ma anche frutta secca e a guscio. Non solo, la clorofilla riduce anche l'assorbimento intestinale della diossina assunta con i cibi (Ulbricht et al, J Diet Suppl, 2014 - Morita et al, Environ Health Perspect, 2001).
Clorofilla di lunga vita
La clorofilla aiuta a ridurre i livelli di infiammazione cronica che, se non viene tenuta sotto controllo, sul lungo periodo può indebolire il sistema immunitario e aumentare il rischio di diabete, malattie cardiovascolari, depressione e tumori. Non solo, la clorofilla è antiossidante e contrasta i processi di invecchiamento, i danni dei radicali liberi e le degenerazioni cellulari (Ulbricht et al, J Diet Suppl, 2014). Studi su animali hanno dimostrato che l'assunzione di clorofilla, grazie alle proprietà appena viste, contribuisce ad allungare la durata della vita (Wang et al, Peer J, 2016).
Clorofilla per la salute del pancreas
Studi scientifici hanno dimostrato l'azione benefica della clorofilla per la salute del pancreas. Infatti, la clorofilla contrasta le pancreatiti, che sono infiammazioni del pancreas, e le degenerazioni cellulari che possono colpire questa ghiandola (Vankova et al, Oxid Med Cell Longev, 2018).
Clorofilla, come si assume e avvertenze
La clorofilla può essere assunta sotto forma di integratore, reperibile in farmacia ed erboristeria. In generale il dosaggio è di 100-300 mg di clorofilla ogni giorno per cicli di trattamento di 3-4 mesi. In ogni caso, chiedi sempre consiglio al tuo medico prima di iniziare qualsiasi trattamento per verificare che non vi siano interazioni con i farmaci già in uso. Presta particolare attenzione in caso di assunzione di farmaci per il controllo del diabete o immunosoppressori (Ulbricht et al, J Diet Suppl, 2014). In realtà, però, noi possiamo assumere la clorofilla anche ogni giorno, senza ricorrere a integratori. Infatti, la clorofilla è contenuta in alcuni cibi, come broccoli, cavolini di bruxelles, cavolo, lattuga, spinaci ma anche alghe, come clorella e spirulina, nel tè verde e in alcune erbe, come ortica, alfa alfa e prezzemolo (Ulbricht et al, J Diet Suppl, 2014). Per esempio, 30 grammi di spinaci corrispondono a circa 24 mg di clorofilla, mentre 30 grammi di prezzemolo contengono 19 mg di clorofilla e 20 grammi di rucola arrivano a 8 mg di clorofilla (Oregon State University source). Quando si parla di assunzione di clorofilla attraverso la dieta, è importante prestare attenzione al sale. Infatti, un alto contenuto di sale non rischia solo di aumentare la pressione sanguigna ma fa anche degradare la clorofilla e ne impedisce l'assorbimento (Viera et al, Food Chemistry, 2022).
Clorofilla per applicazioni esterne
La clorofilla non è solo benefica quando viene assunta per via orale. Anche le sue applicazioni topiche, sotto forma di unguenti, creme o gel che la contengono, hanno mostrato interessanti proprietà. Per esempio, un gel a base di clorofilla utilizzato per tre settimane ha portato a miglioramenti significativi in caso di acne da lieve a moderata e pori dilatati (Stephens et al, J Drugs Dermatol, 2015). Non solo, applicare regolarmente creme contenenti clorofilla ha permesso in 2 mesi di migliorare il fotoinvecchiamento, con pelle disidratata, con rughe e macchie (Sigler et al, J Drugs Dermatol, 2015).