Può capitare che dopo 7 o 8 ore di sonno ci si svegli ancora stanchi, o ancora che la notte sia caratterizzata da un sonno leggero con continui risvegli. Ebbene, il problema potrebbe essere nel tempo che il nostro corpo trascorre in quella fase chiamata sonno profondo. Infatti, il sonno è vitale per la nostra esistenza quanto mangiare e bere, ma altrettanto importante è la qualità del sonno. Il sonno, in realtà, non è tutto uguale ma è composto da varie fasi, classificate in non REM e REM. A noi interessa la terza fase del sonno non REM, chiamato sonno profondo o sonno a onde lente. Vediamo di capire la sua importanza e cosa possiamo fare per migliorare questa parte del nostro sonno.
Sonno profondo, cos'è e a cosa serve
Il sonno profondo è quella fase del sonno indispensabile per farti sentire, il giorno dopo, riposato e ristorato (Fonte NIH, National Institute of Health). Normalmente avviene nella prima parte della notte, il battito cardiaco e il respiro rallentano, i muscoli si rilassano e diventa molto difficile svegliarsi o, se capita, la sensazione è di intontimento e disorientamento, anche per diversi minuti (Eugene et al, MEDtube Sci, 2015). Le onde cerebrali che caratterizzano questa fase sono onde a bassa frequenza del tipo delta, considerate capaci di stimolare i processi di disintossicazione del cervello da quelle sostanze dannose che potrebbero aprire, sul lungo periodo, la strada a malattie neurodegenerative come l'Alzheimer (Fultz et al, Science, 2019). Il cervello usa la fase del sonno profondo per immagazzinare le informazioni apprese durante il giorno e crea le basi per rimanere efficiente e attivo il giorno dopo. È stato osservato che la fase di sonno profondo è essenziale per un efficiente processo di apprendimento (Fattinger et al, Nat Commun, 2017). Non solo, la fase di sonno profondo è quella in cui il corpo rigenera i tessuti danneggiati, i muscoli si riparano e il sistema immunitario viene rinforzato (Patel et al, StatPearls Publishing, 2021). Quando il corpo trascorre troppo poco tempo nella fase di sonno profondo può capitare di svegliarsi già stanchi, di avere problemi di concentrazione e attenzione, riscontrare più difficoltà nell'apprendimento e nei processi di memorizzazione e di essere più inclini alle infezioni. Ma come evitare tutto questo? Questa è sicuramente la parte più difficile in quanto non è possibile comandare al cervello di trascorrere più tempo nella fase del sonno profondo, è qualcosa che sfugge al nostro controllo. Tuttavia, alcune abitudini hanno permesso di favorire la fase di sonno profondo.
Come prolungare il sonno profondo, gli oli essenziali
Un modo per prolungare la fase di sonno profondo è utilizzare alcuni tipi di oli essenziali, come l'olio essenziale di lavanda. È stato osservato che rilasciare nella stanza questo olio essenziale durante la notte, o almeno durante le prime fasi della notte, ha permesso di favorire la fase di sonno profondo, con un miglioramento della qualità del sonno e una sensazione di maggiore tonicità durante il giorno (Ko et al, Sci Rep, 2021). Anche la miscela degli oli essenziali di lavanda, ylang ylang e bergamotto ha mostrato di sfruttare la sinergia di questi oli essenziali e migliorare la qualità del sonno, favorendo il sonno profondo con meno risvegli notturni (McDonnell et al, J Altern Complement Med, 2019). Proprio questa miscela, studiata dalla scienza per migliorare la qualità del sonno, è disponibile nello shop dell'app con il nome Polvere di Stelle.
I suoni
Alcuni suoni, se ascoltati prima di andare a dormire, possono favorire la fase di sonno profondo. Un esempio è dato dal rumore rosa, un tipo di suono in cui le componenti a bassa frequenza hanno potenza maggiore, a differenza del rumore bianco in cui invece ogni frequenza ha la stessa potenza (Schade et al, Nat Sci Sleep, 2020). Nella sezione Area Relax dell'app, nell'elenco dei suoni puoi scegliere di ascoltare proprio il rumore rosa.
Erboristeria
Estratti di foglie di una pianta, l'apocynum venetum, hanno mostrato di allungare del 7% la fase di sonno profondo (Yamtsu et al, Journal of Nutritional Science and Vitaminology). Un effetto ancora migliorare è stato osservato combinando questa pianta con un integratore a base del neurotrasmettitore GABA, che ha permesso di ridurre il tempo di addormentamento (Yamtsu et al, Journal of Nutritional Science and Vitaminology).