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Datteri, proprietà e benefici

Datteri, proprietà e benefici

novembre 29, 2020
Energia, vitamine e sali minerali, antiossidanti e fibre, aiutano a tenere sotto controllo la fame nervosa, azione antitumorale, proteggono il cervello dalle degenerazioni, grazie all’azione antinfiammatoria, immunomodulante e antimicrobica sono benefici per le vie respiratorie
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I datteri sono i frutti della palma da datteri, nome scientifico Phoenix dactylifera, una delle piante più antiche coltivate dall’uomo e fonte di nutrimento da più di 6000 anni. Al giorno d’oggi i datteri possono essere trovati un po’ ovunque nella loro forma essiccata e sono la gioia di grandi e bambini grazie alla loro nota dolce e burrosa. Ma i datteri non sono solo un piacere per il palato, sono infatti anche una fonte di proprietà salutari tanto da essere considerati un vero cibo medicina. Ma vediamo di capire meglio.

Datteri, proprietà

Appena mangiati i datteri rivitalizzano subito il corpo e lo riforniscono di energia grazie agli zuccheri che contengono. Ma i datteri, poveri di grassi e proteine, apportano anche minerali, come selenio, dall’azione antitumorale e capace di supportare il sistema immunitario, zinco, rame, potassio e magnesio, vitamine, quali la A, C e gruppo B, e fibre, importanti per tenere sotto controllo la fame nervosa e modulare l’assorbimento degli zuccheri. Non solo, le fibre dei datteri sono protettive per la salute del microbiota intestinale promuovendo la crescita dei batteri buoni con effetti benefici su tutto l’organismo e sul sistema immunitario (Eid et al, J Nutr Sci, 2014). I datteri però sono anche un’eccellente fonte di antiossidanti, soprattutto carotenoidi e fenoli (Al Farsi et al, Crit Rev Food Sci Nutr, 2008 - Al Shahib et al, Int J Food Sci Nutr, 2003). Anzi, tra tutta la frutta secca, i datteri presentano la più alta concentrazione di polifenoli, potenti sostanze antiossidanti capaci di contrastare i danni dei radicali liberi. Non solo, i datteri risultano antinfiammatori e contengono anche beta glucani, che sono sostanze che hanno mostrato un’azione antitumorale, proteggendo soprattutto seno, prostata, colon, polmoni e pancreas (Rahmani et al, Int J Clin Exp Med, 2014). I datteri sono considerati capaci anche di modulare l’attività del sistema immunitario e mostrano un’azione protettiva sul cervello, riducendo il rischio di sviluppare malattie degenerative come l’Alzheimer. Infatti, come è stato osservato da ricerche scientifiche, sul lungo periodo, almeno 15 mesi, il consumo di datteri contrasta l’infiammazione e lo stress ossidativo cerebrale e riduce l’accumulo di placche di proteine beta amiloidi, una delle cause dell’Alzheimer (Essa et al, Neural Regen Res, 2016). Come accennato, i datteri sono antinfiammatori e, grazie anche alla loro azione antimicrobica, possono risultare di aiuto in caso di mal di gola e malattie da raffreddamento (Al Shwyeh et al, J Pharm Bioallied Sci, 2019).

Datteri, usi in cucina

I datteri consumati a colazione, per esempio spezzettati nello yogurt, oppure a merenda, serviti insieme ad altra frutta secca, sono uno snack ricco di energia e rinvigorente, molto utile per gli studenti, per chi svolge una vita attiva ma anche per chi è in convalescenza. In caso di mal di gola e per proteggere le vie respiratorie prova a mettere in ammollo due datteri denocciolati in mezzo bicchiere di latte, anche vegetale, per mezz’ora. Frulla quindi i datteri con il minipimer ad immersione, aggiungi un altro mezzo bicchiere di latte e scalda su fiamma bassa per un paio di minuti, poi bevi.

Datteri, avvertenze

I datteri sono un frutto ricco di zuccheri e quindi, in caso di diabete o necessità di tenere sotto controllo la glicemia, è bene limitare o evitare il consumo di datteri, in base alla situazione personale valutata dal medico. Infatti, è sì vero che uno studio ha osservato che il consumo di datteri freschi in persone che soffrono di diabete non causava significative variazioni postprandiali della glicemia, ma si trattava di datteri freschi e non essiccati, come invece al giorno d’oggi si trovano nella maggior parte dei casi (Alkaabi et al, Nutr J, 2011).

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