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Dieta della longevità Parte 4, le ultime novità dalla scienza per proteggere la salute di corpo e cervello

Dieta della longevità Parte 4, le ultime novità dalla scienza per proteggere la salute di corpo e cervello

settembre 21, 2022
I risultati delle più recenti ricerche scientifiche che mostrano le abitudini che proteggono il cervello e la salute del corpo, contribuendo ad aumentare la durata della vita
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Sempre più ricerche lo confermano, la longevità non è tutta una questione di geni. Anzi, lo stile di vita ha un'importanza persino superiore del nostro corredo genetico quando si tratta di determinare la salute e la durata della vita. Grazie a ricerche precedenti, abbiamo compreso l'importanza di un regime alimentare che segua le linee guida della Dieta Mediterranea, includendo cereali integrali, legumi, frutta, verdura, noci e frutta secca, pesce e un basso consumo di carni rosse e dolci. Non solo, conosciamo la validità di un moderato esercizio fisico per preservare la nostra salute e della scelta di alimenti non raffinati. Ma ogni giorno la scienza aggiunge nuovi tasselli a questo affascinante puzzle che rappresenta il legame tra dieta, stile di vita, salute e longevità. Oggi parliamo proprio delle più recenti ricerche scientifiche che mostrano come possiamo proteggere la salute del nostro cervello e del nostro corpo con piccole scelte a tavola, partendo già da ora.

L'importanza delle bacche

Una dieta della longevità efficace deve anche tenere contro della salute del nostro cervello. Ebbene, ecco che recenti studi dimostrano la validità del consumo di alcuni tipi di frutti di bosco, come mirtilli neri e cranberry, o mirtillo rosso americano, per proteggere la funzionalità cognitiva. Il decadimento cognitivo che può colpire da anziani in realtà inizia a svilupparsi già diversi anni prima, nella mezza età. Ecco perché è importante non rimandare ma iniziare ad attuare il prima possibile tutte quelle piccole modifiche alla dieta e allo stile di vita che ci permettono di mantenere il cervello in salute, come integrare nella propria alimentazione i frutti di bosco. Infatti, è stato osservato che l'assunzione giornaliera di mirtilli neri in persone di mezza età, con insulino resistenza e obesità, tutte condizioni che possono aumentare il rischio di sviluppare demenza negli anni a venire, ha portato importanti benefici neurocognitivi, con un miglioramento della memoria e della capacità di esprimersi, scegliendo i vocaboli più appropriati (Krikorian et al, Nutrients, 2022). Non solo, i mirtilli hanno anche contribuito a migliorare i livelli di glicemia e l'utilizzo dell'insulina, agendo quindi su questi importanti fattori di rischio dell'invecchiamento precoce (Krikorian et al, Nutrients, 2022). Allo stesso modo, anche l'assunzione di cranberry, in persone tra i 50 e gli 80 anni, ha permesso di migliorare la memoria e l'afflusso di sangue al cervello (Flanagan et al, Frontiers, May 2022). Tutti gli interventi hanno mostrato risultati sul lungo termine, dopo 2-3 mesi di assunzione delle bacche, e si sono riferiti a dosi corrispondenti a circa 70 -100 grammi di bacche fresche.

Anche quando si mangia ha la sua importanza

Mangiare molto tardi alla sera ha mostrato di aumentare il rischio di alterazioni metaboliche, infarto e ictus. Basti pensare che, in base ad uno studio giapponese, è bastato anticipare di tre ore la cena, dalle 9 alle 6 di sera, in persone con glicemia elevata, per vederla ridurre (Imai et al, Asia Pac J Clin Nutr, 2020). Ma l'ora alla quale si consuma il pasto serale ha da dire la sua anche quando si parla di longevità. Infatti, uno studio sui centenari abruzzesi ha mostrato che una sana abitudine è proprio quella di cenare presto, poco dopo le 7 di sera, e di assicurare diverse ore di digiuno tra la cena e il pasto successivo. Proprio questa abitudine, infatti, riduce lo stress notturno postprandiale, dal momento che la notte è il momento in cui si ha la massima resistenza all'insulina, e ottimizza la risposta metabolica (Angelino et al, Front Nutr, 2022).

Il tè per la salute dell'intero organismo

Diversi studi hanno dimostrato che bere tè protegge la salute, è antidiabetico, antiobesità e utile a contrastare i tumori. Recenti ricerche hanno fatto emergere che bere quotidianamente tè, soprattutto verde e oolong, permette, sul lungo periodo, grazie alle proprietà antiossidanti e antinfiammatorie di questa bevanda, di ridurre la condizione di fragilità, che è una vera e propria sindrome che colpisce man mano che le persone invecchiano. La fragilità è caratterizzata da debolezza muscolare, perdita di peso non voluta, stanchezza, affaticamento, un maggior rischio di cadute e ospedalizzazione e declino generalizzato degli organi (Gao et al, Front Nutr, 2022 - Duangjan et al, Geroscience, 2022).

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