La felce maschio, Polystichum filix-mas, appartiene alla famiglia delle Aspidiaceae e cresce spontanea nei boschi, soprattutto di faggio, quercia e castagno. Si caratterizza per grandi foglie dalla grossa nervatura e per le sue proprietà salutari per cui era già nota ai tempi degli antichi Greci. Infatti Galeno ma anche Dioscoride, medici dell’antica Grecia, la utilizzavano per contrastare i parassiti intestinali. Al giorno d’oggi è riconosciuto il suo effetto vermifugo, se usata per via interna, mentre, in caso di applicazioni esterne, la felce è calmante e lenitiva risultando capace di trattare reumatismi, sciatica, gotta, mal di schiena e crampi. Tuttavia bisogna prestare molta attenzione, la felce infatti, seppur ampiamente disponibile e di facile reperibilità, ha degli effetti collaterali anche molto importanti, infatti può provocare l’aborto e risultare tossica provocando, se assunta in modo scorretto, vomito, nausea e anche convulsioni. Pertanto, prima di iniziare un trattamento con la felce, chiedi sempre consiglio al tuo medico di fiducia. Ma vediamo gli usi principali.
Uso esterno
Contro gotta e reumatismi possono aiutare dei pediluvi o bagni alle mani in un decotto di felce. Porta ad ebollizione un litro di acqua insieme a un mazzo di foglie fresche e una decina di fette di radice di felce, lascia sobbollire per qualche minuto, poi filtra, lascia intiepidire e usa per bagni a mani e piedi.
Infuso di radici
Per l’effetto vermifugo porta ad ebollizione un litro di acqua, togli dal fuoco e metti in infusione per una decina di minuti 10 fettine di radice. Filtra e bevi al mattino a digiuno.
Infuso di foglie
Porta ad ebollizione un litro di acqua, togli quindi dal fuoco e aggiungi un mazzo di foglie per dieci minuti, filtra e bevi una tazza al giorno per un effetto calmante e vermifugo.