I prodotti cosmetici non sono tutti uguali e la differenza, per la nostra salute e bellezza, non la fanno il prezzo o le promesse pubblicitarie, ma quello che si trova dentro una crema, un siero, un sapone o uno shampoo. A volte gli ingredienti usati sono rispettosi della pelle e dei capelli, altre volte, e purtroppo questo accade molto spesso, decisamente no e i risultati sono irritazioni, pelle sciupata, opaca, rughe ma anche acne e punti neri e, per quanto riguarda i capelli, forfora, cute oleosa, perdita di capelli e aspetto opaco e fragile. Come se ne esce? Imparando a riconoscere le sostanze maggiormente aggressive grazie all’INCI, l’etichetta che deve comparire per legge su ogni confezione e specificare tutti gli ingredienti utilizzati nel cosmetico. Oggi parleremo del sodio lauril solfato.
Sodio lauril solfato
Il laurilsolfato di sodio, chiamato anche sodio dodecilsolfato, sodio lauril solfato, SLS o SDS, nell’INCI compare con il nome Sodium lauryl sulfate, è un detergente tensioattivo dal potere schiumogeno e che, per questo, viene inserito nelle preparazioni di saponi, shampoo, bagnoschiuma o dopobarba. La sostanza favorisce la rimozione del grasso dalla pelle, è economica e quindi largamente usata nei detergenti ma è anche molto aggressiva. Come testimoniato da uno studio scientifico di qualche anno fa infatti (Patil et al, Journal of pharmaceutical science, 1995), questa sostanza penetra nella pelle e rimane nei tessuti per diverso tempo dopo l’applicazione, circa una settimana dopo 24 ore di applicazione, come avvenuto nel corso dell’esperimento, e questo provoca una distruzione della barriera della pelle per tempi prolungati (Torma et al, J Invest dermatol, 2008). Nell’uso quotidiano chiaramente non viene eseguita un’applicazione di 24 ore per cui il tempo di permanenza nei tessuti è inferiore ma questi dati servono a capire che l’effetto del sodio lauril solfato è prolungato nel tempo e non si esaurisce subito dopo la sua applicazione, se poi questa sostanza compare in cosmetici che vengono usati più volte al giorno in zone delicate come il viso allora appare chiaro come l’effetto irritante sia continuo. Come conseguenza all’uso di detergenti che contengono SLS la pelle reagisce con irritazioni e infiammazioni, ampiamente documentate da studi scientifici che hanno anche osservato che le parti della pelle più sensibili e reattive sono, sia in persone giovani che anziane, fronte, guance e mento (Marakchi et al, Skin Pharmacol Physiol, 2006). Pertanto, un uso prolungato di prodotti che contengono SLS danneggia il film idrolipidico della pelle e le conseguenze possono essere pelle secca e disidratata, arrossata ma anche con acne e punti neri e, in caso di capelli, forfora e capelli grassi. Viste queste considerazioni, una buona scelta potrebbe essere quella di evitare prodotti cosmetici che contengono il sodio lauril solfato, soprattutto se rientrano nella nostra routine di igiene e bellezza quotidiana. Puoi preferire prodotti con detergenti naturali più delicati ma comunque molto efficaci, come quelli derivati dallo zucchero o dal cocco (per esempio Coco Glucoside, Cocamidopropyl Betaina e Decyl Glucoside dall’olio di cocco, Gliceryl Oleate da oli vegetali e zucchero). In alternativa, soprattutto per una pelle del viso a tendenza acneica, puoi prendere in considerazione la possibilità di pulire il viso con olio con la tecnica dell’oil cleansing, di cui abbiamo parlato in post precedenti.