Il luppolo, nome scientifico Humulus lupulus, è una pianta rampicante che necessita, per crescere, di sostegni. Le infiorescenze femminili sono i coni, dalla caratteristica forma di pigne. Spesso, quando si parla di luppolo si fa riferimento proprio ai coni. Il luppolo è uno degli ingredienti della birra, a cui conferisce il tipico gusto amaro, ma il luppolo è anche un rimedio naturale molto interessante e benefico da cui si ricavano tisane ed estratti. Vediamo quindi di capire, sulla base di studi scientifici, cosa può fare il luppolo per la nostra salute. Poi, approfondiremo come si assume il luppolo ed eventuali effetti collaterali.
Luppolo contro ansia, insonnia e depressione
I coni del luppolo contengono importanti principi attivi, quali umolone e lupulone, che conferiscono al rimedio proprietà antidepressive e calmanti. Si ritiene che queste sostanze vadano ad influenzare l'attività del principale neurotrasmettitore inibitorio GABA. Non solo, è stato anche osservato che il luppolo è in grado di interagire con alcuni recettori di serotonina e melatonina, contribuendo così a regolarizzare il ritmo sonno veglia e a migliorare il sonno e lo stato di rilassamento (Kyrou et al, Hormones, 2017). Uno studio ha potuto osservare che l'assunzione per 4 settimane di estratti secchi di luppolo in giovani adulti con ansia e lieve depressione ha ridotto in modo significativo i sintomi e i livelli di cortisolo, un marcatore dello stress (Kyrou et al, Hormones, 2017).
Luppolo e sistema immunitario
I coni del luppolo sono un concentrato di oli essenziali, composti amari e flavonoidi che si caratterizzano per una potente azione antinfiammatoria, antiossidante e immunomodulante. Infatti, il luppolo riduce la presenza di sostanze pro infiammatorie e anche di quelle sostanze connesse alle reazioni allergiche, suggerendo un possibile ruolo di questo rimedio anche per controllare le allergie (Vazquez Cervantes et al, Nutrients, 2021). La capacità del luppolo di contrastare l'infiammazione cronica è basilare per rinforzare il sistema immunitario dal momento che, sul lungo periodo, un livello di infiammazione sempre presente indebolisce le nostre naturali difese.
Luppolo e cervello
I composti del luppolo sono antinfiammatori e come tali aiutano a spegnere l'infiammazione a livello del cervello. Questo fatto è degno di nota dal momento che, come indicano le più recenti ricerche scientifiche, la neuroinfiammazione è la miccia che fa esplodere le degenerazioni cerebrali portando a malattie come l'Alzheimer (Vazquez Cervantes et al, Nutrients, 2021).
Luppolo per la salute del cuore e delle ossa
Il luppolo contiene fitoestrogeni, che sono sostanze che mimano l'azione degli estrogeni naturali. Ebbene, l'assunzione di luppolo, grazie a queste sostanze, ha saputo proteggere le ossa dal rischio di osteoporosi, anche in menopausa. Non solo, i fitoestrogeni si sono dimostrati protettivi anche per la salute del cuore, inibendo la formazione di trombi e contrastando l'arteriosclerosi (Tronina et al, Molecules, 2020).
Luppolo contro l'obesità
I flavonoidi contenuti nel luppolo, soprattutto lo xantumolo, conferiscono al luppolo proprietà ipoglicemiche, utili ad abbassare colesterolo e trigliceridi e a contrastare l'obesità. Infatti, il luppolo è in grado di migliorare il metabolismo dei grassi e la tolleranza al glucosio (Dostalek et al, Molecules, 2017).
Luppolo, come si assume ed effetti collaterali
Puoi assumere il luppolo sotto forma di tisana, ottimo rimedio in caso di ansia o insonnia. Porta ad ebollizione una tazza di acqua, togli dal fuoco e aggiungi 5 grammi di coni di luppolo, lascia in infusione per dieci minuti, quindi filtra e bevi. Puoi dolcificare con poco miele. Per potenziare l'effetto puoi farti preparare un mix in erboristeria con tiglio, biancospino e luppolo in parti uguali, si usa un cucchiaino per tazza. In alternativa, il luppolo esiste anche sotto forma di estratto. Il luppolo è considerato sicuro ma può presentare qualche effetto collaterale, quale sonnolenza, nausea e ipersensibilità nelle persone predisposte (LiverTox, Bethesda, 2012). Non usare in gravidanza.