Con il termine nespole si indicano i frutti del Nespolo del Giappone, nome scientifico Eriobotrya japonica, un albero appartenente alla famiglia delle Rosacee e originario dell’Oriente. Le nespole maturano in primavera fino all’inizio dell’estate e si presentano come frutti tondeggianti, di colore giallo arancio e una polpa dal sapore acidulo se le nespole non sono ancora mature o più dolce una volta che il frutto ha raggiunto la maturazione. La nespola è ricca di acqua e questo le conferisce proprietà diuretiche, utili per contrastare la ritenzione idrica, le infezioni urinarie e i calcoli. Ma questo frutto è anche fonte di vitamine, quali la A, importante per la salute della pelle e degli occhi, gruppo B e C, e sali minerali quali potassio, magnesio, fosforo, calcio. Proprio per queste caratteristiche le nespole sono un ottimo alimento remineralizzante capace di integrare i sali minerali persi con la sudorazione, soprattutto in seguito ai primi caldi. Le nespole sono anche fonte di fibre e risultano sazianti.
Per quanto riguarda la loro capacità di regolarizzare l’intestino, le nespole risultano astringenti quando non sono ancora mature mentre, una volta che hanno raggiunto la maturazione, sono leggermente lassative. Questi frutti davvero speciali svolgono anche un’azione antipiretica, contrastando la febbre, e antinfiammatoria. Come provato da studi scientifici infatti sia le nespole che le foglie della pianta hanno proprietà antinfiammatorie. In base ad uno studio pubblicato sulla rivista scientifica International Journal of Molecular Medicine nel 2012 da parte di un team coreano [1], l’estratto di foglie di nespole è in grado di esercitare un’azione antinfiammatoria, antiossidante e ipoglicemizzante mentre un altro studio ha messo in luce l’attività antinfiammatoria del frutto del nespolo, insieme a fragole e gelso, attraverso l’inibizione delle sostanze che promuovono lo sviluppo dell’infiammazione [2]. Puoi consumare le nespole al naturale oppure in macedonia, scarta invece i noccioli delle nespole che contengono acido cianidrico e risultano quindi velenosi.