Olio d'oliva, burro, olio di palma o olio di semi, quando si tratta di oli e grassi per condire o cucinare c'è davvero l'imbarazzo della scelta. Ma quali sono i migliori prodotti da utilizzare tutti i giorni per le nostre pietanze? L'olio di cocco, di cui negli ultimi tempi si sente un gran parlare soprattutto nelle riviste dedicate al benessere, è da evitare o può risultare benefico? E il burro? Cerchiamo di capire meglio facendo riferimento, come sempre, alle riviste scientifiche.
Il caso Finlandia e il problema del burro
Hai mai sentito parlare del caso Finlandia? Ebbene, negli anni 60 la Carelia, una regione nel nord della Finlandia, aveva la triste nomea di terra delle vedove bionde. Questo perché, a causa di un'alimentazione sbilanciata, basata quasi esclusivamente su burro, pane e aringhe e con pochissime frutta e verdura, si registrava un elevatissimo tasso di mortalità per patologie cardiovascolari già tra i giovani sotto i 40 anni. Grazie a una vasta campagna di sensibilizzazione le persone cambiarono alimentazione, riducendo drasticamente il consumo di burro e aumentando quello di frutta e verdura. Non solo, venne ridotto anche il fumo di sigaretta, che prima purtroppo era un'abitudine molto diffusa. E i risultati? Incredibili. In meno di 30 anni i morti per infarto si sono ridotti del 70% e il colesterolo è diminuito di ben 100 punti, passando da una media di 340 a una media di 240. Chiaramente il burro non va demonizzato ed escluso completamente dalla propria alimentazione, infatti un burro di qualità contiene vitamine, quali la A, E, K e D, e sali minerali come calcio e fosforo (Paduret et al, Molecules, 2021), ma occorre non esagerare. Infatti, Il problema del burro è che contiene acidi grassi saturi a catena lunga, come l'acido stearico, che possono aumentare il rischio di infiammazioni, obesità e resistenza all'insulina (Di Nicolantonio et al, Mo Med, 2017).
Olio di girasole
Si sente spesso parlare che è meglio sostituire il burro con oli vegetali, come l'olio di girasole, in quanto ricchi di acidi grassi insaturi. Tuttavia, bisogna prestare attenzione. Infatti, spesso questi oli sono ricchi di acid grassi insaturi del tipo omega 6. Pertanto, quello che emerge, è che questi oli possono essere utili a tenere sotto controllo il colesterolo ma, sul lungo periodo e se usati in grandi quantità, possono aumentare i livelli di infiammazione (Masi et al, J Biomed Biotechnol, 2012).
Olio di cocco
Sempre più spesso, in diverse ricette per la salute, si vede comparire, tra gli ingredienti, l'olio di cocco vergine. Ma l'olio di cocco è una scelta salutare? Come vedremo, questo è proprio il caso in cui la differenza viene fatta dalla quantità. L'olio di cocco contiene acidi grassi saturi, dannosi per il cuore. Per questo motivo non bisognerebbe mai eccedere con il suo utilizzo ma si dovrebbe includere nella propria dieta una quantità che non superi mai il 10% dell'apporto energetico totale (Chinwong et al, Evid Based Complement Alternat Med., 2017). Tuttavia, l'olio di cocco contiene gli acidi grassi laurico e miristico e un suo consumo moderato, non più di 30 ml al giorno, e all'interno di una dieta bilanciata ha mostrato di aumentare, proprio grazie a questa caratteristica, i valori di colesterolo buono HDL (Chinwong et al, Evid Based Complement Alternat Med., 2017). In più, l'acido laurico, proprio come l'acido oleico dell'olio evo, ha una maggiore probabilità di venire utilizzato per la produzione di energia, pertanto, non tende ad accumularsi come grasso indesiderato e, anzi, stimola il metabolismo (Di Nicolantonio et al, Mo Med, 2017).
Olio evo, il re dei condimenti
L'olio evo, o extra vergine di oliva, come abbiamo già potuto osservare in articoli precedenti, è più di un condimento, è un vero superfood. Cardine della dieta Mediterranea, l'olio evo è ricco di polifenoli, che sono sostanze antiossidanti, capaci anche di proteggere il cervello. Infatti, uno studio ha potuto osservare che l'assunzione di olio evo ha migliorato memoria e apprendimento e ha contrastato lo stress ossidativo nel cervello, contribuendo a prevenire i danni degli accumuli di proteine beta amiloidi e tau, caratteristica della malattia di Alzheimer. Questa azione neuroprotettiva non è invece stata osservata con l'olio di cocco e il burro (Farr et al, J Alzheimers Dis, 2012). In più, l'acido oleico dell'olio evo può persino accelerare il metabolismo (Di Nicolantonio et al, Mo Med, 2017).
Olio di palma
L'olio di palma contiene acidi grassi a catena lunga, quali l'acido palmitico, che aumenta il rischio di infiammazioni, accumulo di grasso e resistenza all'insulina (Di Nicolantonio et al, Mo Med, 2017).