Il selenio è un oligoelemento essenziale per il corpo e la salute grazie alla sua azione antiossidante, antinfiammatoria e antitumorale, risulta anche benefico per il cuore, il sistema immunitario e la tiroide. Il selenio è stato descritto per la prima volta nel 1817 e deve il suo nome al termine greco selene, che indica la luna, riferendosi al colore chiaro e argenteo che il selenio assume quando viene fuso e poi raffreddato. In passato si era ritenuto erroneamente che il selenio fosse tossico, invece, negli anni 60, questa credenza è stata completamente ribaltata grazie a studi scientifici che hanno potuto comprendere la reale azione benefica del selenio quando viene assunto alle dosi corrette e si evitano eccessi. Ma cerchiamo di capire meglio.
Selenio, proprietà
Questo elemento è fondamentale per la sintesi di particolari proteine, chiamate selenoproteine, coinvolte in diversi processi dell’organismo. Infatti, le selenoproteine contrastano i radicali liberi e le infiammazioni e sono anche coinvolte nella produzione di ormoni tiroidei e nei processi antiossidanti che interessano la tiroide (Ventura et al, Int J Endocrinol, 2017). Una carenza di selenio si associa a una risposta immunitaria debole, al declino cognitivo e a un aumento del rischio di mortalità mentre alti valori di selenio aiutano a contrastare i virus, proteggono i processi riproduttivi e riducono il rischio di malattie autoimmuni che colpiscono la tiroide. Non solo, il selenio si dimostra anche protettivo nei confronti di alcuni tipi di tumori come prostata, colon, polmoni e vescica (Rayman et al, Lancet, Mar 2012).
Selenio, fabbisogno e fonti alimentari
Nell’adulto il fabbisogno giornaliero è tra 0,05 e 0,07 mg, in base alle linee guida dei diversi Paesi (Ventura et al, Int J Endocrinol, 2017). Un’alimentazione varia garantisce il corretto apporto di selenio. Il selenio infatti si trova nel terreno su cui crescono piante e cereali che noi mangiamo o che mangiano gli animali da cui poi noi deriviamo altri prodotti alimentari. In questo modo possiamo apportare il selenio nel nostro corpo. Fonti alimentari di selenio sono le noci del Brasile, ne bastano due al giorno, semi, cereali non raffinati, soprattutto orzo, carne, sia di manzo che di pollo, pesce, soprattutto merluzzo, molluschi e tonno, vegetali a foglia verde, funghi shiitake, champignon e il latte (Thomson et al, Am J Clin Nutr, Feb 2008 - Stoffaneller et al, NUtrients, 2015 - USDA Food Composition Database)
Selenio e integratori, quando assumerli e rischi
In generale, grazie a un’alimentazione varia, non è necessario ricorrere ad integratori di selenio. Tuttavia, in alcuni casi come processi infiammatori cronici, che causano un abbassamento dei valori di selenio, terapie farmacologiche lunghe, infezioni recidivanti, età che avanza può essere utile, dopo averne discusso con il proprio medico, assumere del selenio sotto forma di integratori. In ogni caso, occorre sempre prestare attenzione a ricorrere a integratori. Evita il fai da te in quanto se una carenza di selenio è da evitare altrettanto poco desiderabile è avere livelli troppo alti di selenio. Infatti, quando il selenio introdotto con la dieta già garantisce valori corretti di questo elemento, ulteriori integratori di selenio, oltre a non portare benefici aggiuntivi, sono considerati anche la causa di un aumentato rischio di sviluppare diabete tipo 2 e, in caso di livelli davvero molto alti di questo minerale, anche di dolori addominali, nausea, vomito (Rayman et al, Lancet, Mar 2012 - Duntas et al, Endocrine, Apr 2015). Comunque, queste considerazioni si riferiscono unicamente agli integratori e non al selenio introdotto con la dieta.