Shilajit è un rimedio dell'antica medicina ayurvedica ma la sua fama ha superato i secoli fino ad arrivare ai giorni nostri, tanto è che è facile reperirlo ora sotto forma di integratore. Shilajit è una sostanza naturale tipica dell'Himalaya, si tratta di una pece che trasuda dalle rocce in estate, quando queste vengono scaldate dai raggi solari. Si ritiene che sia il prodotto di una graduale decomposizione, nei secoli, delle piante ad opera di microrganismi. Il termine Shilajit è in sanscrito e significa letteralmente il conquistatore di montagne e il distruttore della debolezza, una frase che già da sola fa capire la potenza del rimedio, ma vediamo di capire meglio basandoci sulle più importanti ricerche scientifiche.
Shilajit, nutrienti
Questo rimedio naturale contiene importanti sostanze benefiche, quali acido fulvico, che appare in una percentuale tra il 60 e l'80%, risultando quindi il principio attivo maggiormente presente in Shilajit, ma anche minerali, se ne contano più di 80, come ferro, rame, zinco, argento e selenio, proteine e polifenoli dall'azione antiossidante e antiage (Carrasco Gallardo et al, Int J Alzheimer Dis, 2012).
Shilajit per la salute del cervello
Il principio attivo maggiormente presente e potente di Shilajit è l'acido fulvico. Questa sostanza è in grado di contrastare l'aggregazione delle proteine tau, un segno distintivo dell'Alzheimer. Pertanto Shilajit risulta utile a contrastare il deterioramento cognitivo legato all'età (Carrasco Gallardo et al, Int J Alzheimer Dis, 2012). Non solo, questo rimedio migliora e rinforza la memoria, a tutte le età (Carrasco Gallardo et al, Int J Alzheimer Dis, 2012).
Shilajit contro l'affaticamento
Shilajit contrasta l'affaticamento e aumenta la forza e la resistenza muscolare (Carrasco Gallardo et al, Int J Alzheimer Dis, 2012). Questo rimedio si considera adattogeno, di aiuto cioè a stimolare la capacità dell'organismo ad adattarsi agli eventi esterni, rinforzando il corpo e rendendolo maggiormente resistente allo stress. Non solo, il principio attivo di shilajit, l'acido fulvico, stimola la produzione di energia e la circolazione sanguigna per un miglior apporto di ossigeno ai tessuti (Meena et al, Int J Ayurveda Res, 2010). Shilajit è efficace anche contro la stanchezza mentale (Meena et al, Int J Ayurveda Res, 2010).
Shilajit contro ansia e stress
Shilajit protegge umore e cervello, contrasta la stanchezza mentale, l'ansia e lo stress e i loro effetti sulla funzionalità cognitiva. Non solo, il rimedio migliora la memoria e aiuta a ridurre il rischio di depressione (Durg et al, Anc Sci Life, 2015).
Shilajit contro l'ulcera gastrica
Shilajit protegge la mucosa dello stomaco, rinforza la barriera protettiva, riduce le infiammazioni e contrasta così la formazione dell'ulcera (Carrasco Gallardo et al, Int J Alzheimer Dis, 2012 - Goel et al, J Ethnopharmacol, 1990). L'azione antiulcera di shilajit si è mostrata utile anche in caso di danni alla mucosa gastrica indotti dall'uso di farmaci come l'aspirina (Ghasemkhani et al, Physiol Rep, 2021).
Shilajit e anemia
Shilajit, come accennato, contiene ferro e la sua assunzione aiuta a contrastare l'anemia (Velmurugan et al, Asian Pac J Trop Biomed, 2012).
Shilajit contro radicali liberi, infiammazioni e degenerazioni cellulari
Il rimedio contrasta l'azione dei radicali liberi e aiuta a ridurre l'infiammazione cronica (Jambi et al, Saudi J Biol Sci, 2022). Non solo, shilajit aiuta a contrastare le degenerazioni cellulari, soprattutto quelle che colpiscono seno e vescica, favorendo l'apoptosi, e cioè la morte delle cellule malate (Jambi et al, Saudi J Biol Sci, 2022).
Shilajit, assunzione e avvertenze
Shilajit è considerato generalmente sicuro e ben tollerato. Studi, condotti su animali, hanno indicato che è sicuro anche se assunto per lunghi periodi di tempo, tre mesi nella ricerca in questione (Velmurugan et al, Asian Pac J Trop Biomed, 2012). Va però fatta una considerazione. È molto semplice reperire questo rimedio ma proprio per questo è bene assicurarsi che il negozio venda prodotti di qualità e controllati. Infatti, il rimedio, prima di essere commercializzato, andrebbe sempre purificato in quanto è possibile la presenza di micotossine e metalli pesanti (Carrasco Gallardo et al, Int J Alzheimer Dis, 2012).