Il sunning è, insieme al palming, una delle tecniche di rilassamento oculare proposte dal dr. Bates, secondo il quale è possibile migliorare alcuni disturbi visivi molto comuni come miopia, presbiopia o astigmatismo svolgendo giornalmente degli esercizi per rilassare i muscoli oculari.
Non solo, secondo questo metodo gli esercizi non puntato solo al miglioramento della vista ma anche al rilassamento della mente per renderci più calmi e sereni per affrontare la vita quotidiana, benefici non di poco conto! Al giorno d’oggi la vista è sottoposta a continue situazioni di stress, tra smartphone, computer e ambienti poco illuminati e le conseguenze non si fanno attendere con affaticamento visivo, occhi secchi, difficoltà di accomodamento, ecco quindi che gli esercizi di rilassamento e rivitalizzazione proposti da Bates possono davvero essere utili. Per eseguire il sunning l’ideale sarebbe cercare un momento della giornata in cui è possibile esporre il viso al sole, evitando le ore intorno a mezzogiorno, in mancanza di sole va bene anche una lampada. Prendi una sedia e siediti, togli gli occhiali o le lenti, chiudi gli occhi e rivolgi il viso verso la fonte di luce, inizia a muovere lentamente la testa verso l’alto e verso il basso, a destra e a sinistra, i raggi devono toccare ogni punto degli occhi. Resta così per cinque minuti, non sfregare le palpebre e se gli occhi dovessero lacrimare coprili alternativamente con una mano. Al termine del sunning apri gli occhi senza guardare direttamente la fonte di luce e massaggia delicatamente l’area intorno agli occhi, al termine puoi eseguire il palming, un altro esercizio proposto da Bates e di cui abbiamo parlato in precedenza. Anche se la tecnica del sunning è stata fin da subito al centro di dibattiti, negli ultimi anni diversi studi ne hanno confermato la fondatezza. Tra i tanti possiamo citare l’articolo Zhu et al, Investigative ophthalmology and visual science, 2010. Gli scienziati hanno rilevato infatti che l’esposizione a luce intensa agisce come una protezione sulla retina, qualora questa dovesse essere sottoposta, in seguito, a condizioni di stress potenzialmente dannose. Questo si spiegherebbe con il fatto che la precedente esposizione a luce intensa abbia favorito la formazione di elementi antiossidanti e protettivi della retina.