Visnaga, chiamata anche kella, nome scientifico Ammi visnaga, è una pianta della famiglia delle Apiaceae. Questo rimedio era noto già agli antichi Egizi e agli Arabi che la usavano per trattare le coliche renali. Al giorno d’oggi è possibile trovare in farmacia ed erboristeria la tintura madre ottenuta dai semi di visnaga. Vediamo quindi ora, sulla base di ricerche scientifiche, le proprietà di questo rimedio erboristico.
Visnaga, proprietà
La tintura madre di visnaga si fa apprezzare per la sua azione spasmolitica, anche detta antispasmodica, sulla muscolatura liscia dei bronchi, delle vie urinarie e delle arterie coronariche e per la sua capacità di contrastare la formazione di calcoli. Queste proprietà sono da ricondursi ai principi attivi della pianta, quali kellina e visnadina (Bhagavathula et al, Pharmacognosy Res, 2015 - Haug et al, Planta Med, 2012). Viste queste caratteristiche, visnaga è utile per lenire dolori e spasmi collegati a crampi addominali, sindrome premestruale, mal di pancia causato da mestruazioni dolorose e abbondanti ma anche coliche renali e biliari. Non solo, la sua azione calmante risulta di aiuto in caso di tosse e bronchite ma anche di asma, dal momento che la kellina, una sostanza contenuta nel rimedio, agisce come un broncodilatatore (Kennedy et al, Thorax, 1952). Un altro effetto di visnaga è sulla salute del sistema cardiovascolare, dal momento che contribuisce a ridurre i livelli di colesterolo e pressione sanguigna (Bhagavathula et al, Pharmacognosy Res, 2015).
Visnaga, assunzioni e avvertenze
La visnaga si assume sotto forma di tintura madre, da 15 a 20 gocce 3 volte al giorno. A causa di alcune sostanze fotosensibilizzanti, evita di assumere il rimedio quando sai che prenderai sole, sia nel periodo precedente che successivo. Non eccedere con le dosi in quanto dosaggi troppo elevati potrebbero risultare dannosi per il fegato. Non usare in gravidanza, evita di assumere il rimedio per lunghi periodi in quanto potrebbe causare nausea, mal di testa, vertigini, insonnia, prurito (Bhagavathula et al, Pharmacognosy Res, 2015).